Ha salvato una ragazzina tuffandosi in mare, a Sabaudia. È un atleta paralimpico, nuota a livello agonistico. È un capo scout. Lavora in un’azienda che vende energia pulita. Balla musica afro-caraibica, è appassionato di zumba. È Alfiere della Repubblica e – da oggi – anche poliziotto ad honorem. Valerio è tutte queste cose insieme e molte altre: è «argento vivo», dice suo padre. E l’incredibile vitalità è una rivincita: quando sua madre chiese a un medico che cosa avrebbe potuto aspettarsi dal futuro di un bambino nato con la sindrome di Down, la risposta fu: «Valerio è un fiore destinato a non sbocciare». E invece il fiore è sbocciato, ed è una sorpresa quotidiana: così Valerio Catoia, ventunenne di Latina, da oggi è un poliziotto speciale, e non solo per avere dato prova – come si legge nelle parole ufficiali della Polizia di Stato – di «grande forza, coraggio e generosità» quando si è trattato di portare in salvo una bambina che rischiava di annegare.
[sc name=”pubblicit” ][/sc]C’è altro: merita il riconoscimento di chi sceglie di rispondere all’odio «con l’impegno civile». L’odio che imprevedibilmente gli è piovuto addosso via social dopo il riconoscimento del suo coraggio. Messaggi velenosi quando non feroci, derisione, sarcasmo a buon mercato. Chiedo al papà come se lo spiega. E lui mi risponde che spiegarselo è difficile: «La noia? La stupidità? Ho pensato perfino che il fisico scolpito di Valerio possa avere dato fastidio, magari non te lo aspetti, no?». All’inizio i genitori hanno tenuto Valerio all’oscuro degli insulti; hanno provato a contattare l’amministratore del gruppo di “satira nera” (un commercialista!) e – come ha raccontato su Repubblica Clemente Pistilli – per tutta risposta hanno ricevuto un’altra scarica di improperi. Infine, hanno condiviso con Valerio la scelta di andare a denunciare alla Polizia postale. E lui si è presentato lì, convinto sì, ma con «distacco intelligente».
Ora farà da testimonial per una campagna di sensibilizzazione sull’uso consapevole della Rete e sul contrasto all’odio online. Ci vuole l’argento vivo anche per questo, no? E Valerio non si risparmia. Lo cerco per parlargli, ma è a tagliarsi i capelli per la cerimonia di stasera a Roma, al Parco archeologico del Colosseo. Poi lo trovo impegnato per qualche scatto fotografico per i giornali e per la fototessera che serve per il distintivo. Finalmente arriva un vocale in cui dice, orgoglioso: «Sono emozionato e felicissimo di ricevere questo premio, per me un grande onore far parte della Polizia!».
Il papà finanziere aggiunge, senza un filo di retorica, che è un gran privilegio e anche una bella fatica stare dietro a Valerio, alle mille cose delle sue giornate, «anche se a dire il vero è sempre più autonomo, e lo dimostra, oltre al fatto che lavora, anche la fresca nomina a capo scout. Il che vuol dire parecchio. Se te ne stai dieci giorni in tenda da solo significa che sai cavartela». Non c’è dubbio. Passa molto tempo in vasca per gli allenamenti, e come se non bastasse aggiunge le lezioni di zumba. «Ha molti amici, anche se forse tra i ragazzi, chiamiamoli così, “normodotati”, un po’ meno di quelli che potrebbe avere». Però vanta molti ammiratori illustri: Francesco Totti gli ha regalato una maglia autografata, il presidente del Coni Giovanni Malagò l’ha ricevuto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha insignito di una onorificenza che non è da tutti.
Dicono che, in cima al podio dei sogni dei piccoli, ci siano quello di diventare inventore e quello di diventare chef. Metà dell’elenco restante – dove c’è l’atleta, il ballerino, forse anche l’Alfiere della Repubblica, ma soprattutto c’è il supereroe – Valerio l’ha già coperto. Ne mancava uno, che pare venga prima di calciatore e astronauta. Il poliziotto.