Il magistrato: “Non può nascondersi dietro la libertà di espressione come un privato cittadino qualunque”
“Se fossi ancora in primo grado, alla Procura militare, il libro lo leggerei. Ci potrebbero essere profili di diffamazione per qualcuno. O per l’istituzione stessa.
È ovvio che c’è un problema di immagine per le Forze Armate e l’Esercito che va valutato”: lo ha affermato il Procuratore generale militare, Marco De Paolis, in un’intervista al Corriere della Sera all’indomani della rimozione del generale Roberto Vannacci dal comando dell’Istituto geografico militare a causa delle affermazioni contenute nel suo libro “Il mondo al contrario”.
A suo avviso ha fatto “benissimo” il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a sollecitare un’azione disciplinare e “a precisare che non ci sono processi sommari, ma indagini serie: le garanzie valgono per tutti”.
“I disvalori contenuti in alcune affermazioni di Vannacci così in contrasto con i valori affermati nella nostra Costituzione mi fanno pensare che ci sia un deficit di formazione”, ha sottolineato il magistrato.
Il generale, a suo avviso, “non può nascondersi dietro la libertà di espressione come un privato cittadino qualunque.
Se qualcuno lo ascolta è perché è un generale dell’Esercito, non Vannacci, che non lo conosce nessuno”. Il Pg militare non ritiene che le controverse affermazioni su gay e migranti riflettano un pensiero diffuso nelle forze armate.
“Io credo, spero, di no”, ha spiegato, “alcune frasi che ho letto mostrano un’arretratezza culturale di qualche secolo. Ho molti contatti con le Forze Armate e non mi sembra un pensiero condiviso. Forse lo è più nel cosiddetto ‘popolino’, fuori dalle caserme”. AGI