Il processo in corso presso il Tribunale di Siena a carico di 5 agenti del carcere di San Gimignano accusati di tortura, accende il dibattito politico. Il Parlamentare Jacopo Morrone della Lega chiede al Ministero di Grazia e Giustizia di tutelare i poliziotti carcerari, quando sono aggrediti dai detenuti. L’appello avviene dopo la richiesta ministeriale di costituirsi parte civile nel processo che si sta svolgendo a Siena, dove 5 agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di San Gimignano sono accusati del reato di tortura.
“Abbiamo fiducia che la verità dei fatti emerga senza ombra di dubbio e che, nel caso vengano provate responsabilità oggettive, il verdetto sia equo. Tuttavia ci aspettiamo anche che il Ministero assuma iniziative severe e intransigenti anche quando sono gli agenti della Polizia Penitenziaria a essere aggrediti dai carcerati”. Il politico si scaglia contro una certa deriva ideologica troppe volte a fianco di chi delinque. Questo doppio standard avrebbe un esito controproducente.
“A noi sta a cuore il benessere dei detenuti ma anche e soprattutto quello degli agenti. Continuiamo a sollecitare la riforma del Corpo della Polizia Penitenziaria che dovrebbe prevedere, tra l’altro, l’inserimento in ruolo di medici e psicologi anche con l’obiettivo di contrastare il tragico fenomeno dei suicidi tra gli operatori.”
Morrone pone l’accento sul rischio concreto che si possa utilizzare la questione delle violenze per intimidire e minacciare agenti che svolgono onestamente il proprio lavoro. Il personale deve essere tutelato nelle sue funzioni, per questo in caso di minacce i funzionari devono essere difeso, questa è l’opinione dell’esponente del Carroccio. Le vicende del carcere di Ranza mettono in luce una situazione complessa che dovrà essere definita con chiarezza dalle Istituzioni.
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