Dopo 6 anni almeno uno dei tre ladri d’auto il cui inseguimento è costato la vita all’agente della Polizia stradale Francesco Pischedda finirà alla sbarra. Non verrà però accusato della morte del poliziotto precipitato da un cavalcavia della Statale 36 per cercare di fermarlo, ma solo di ricettazione e resistenza. Probabilmente neppure si accomoderà sul banco degli imputati, né sconterà l’eventuale pena a cui si presume verrà condannato, poiché non si sa nemmeno dove sia.
Giudici e magistrati del tribunale di Lecco lo credevano al sicuro in una prigione svizzera prima e austriaca poi, salvo scoprire solo di recente, in seguito ad una nota arrivata Viminale, che è a piede libero da più di due anni.
Il processo è calendarizzato per il 6 marzo. Alla sbarra appunto, sebbene in contumacia perché difficilmente si presenterà in aula, finirà Veaceslav Florea, moldavo pluripregiudicato in mezza Europa di 41 anni, che la sera del 2 febbraio 2017, dopo essere stato intercettato a bordo di un Fiat Fiorino rubato, ha trascinato nel baratro, giù da un viadotto della Statale 36 a Colico, l’agente scelto della Polstrada di Bellano Francesco Pischedda, che una decina di giorni dopo avrebbe compiuto 29 anni: mentre il moldavo è sopravvissuto al volo, Pischi, come lo chiamavano colleghi e amici, qualche ora dopo, nella notte, è invece morto sotto i ferri in una camera operatoria dell’ospedale di Lecco, dove è stato trasferito troppo tardi.
Il poliziotto nemmeno avrebbe dovuto correre dietro al ladro: la consegna era di restare a guardia dell’auto di servizio, mentre altri due suoi colleghi di pattuglia correvano dietro ad altri due complici del moldavo, però non ha resistito al senso del dovere. “Nessuno si è neppure degnato di avvisarci che inizierà il processo nei confronti di uno dei tre ladri per i quali nostro figlio è morto – commenta Giovanni, papà della medaglia d’oro alla memoria al valor civile –. Comunque non è che questo ci consoli. Per la sua morte non pagherà mai nessuno, né tra i soccorritori che non lo hanno salvato, né tra i ladri che ha cercato di arrestare”. ilgiorno.it