Il Parlamento ripristina il vitalizio degli ex senatori, ma ignora i diritti dei dipendenti pubblici, tra cui gli appartenenti al Comparto Difesa e Sicurezza

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“Il Parlamento ripristina il vitalizio degli ex senatori, ignorando i diritti dei dipendenti pubblici, e tra essi dei militari appartenenti al comparto Difesa e Sicurezza”.

Lo scrive Usmia (Unione sindacale militari interforze associati) in una lettera ai ministri della Difesa e del Lavoro.

Vitalizio degli ex senatori e Comparto Difesa e Sicurezza

Mentre gli ex senatori “sembrano aver ottenuto questo beneficio quasi ‘come per magia’, è importante sottolineare che la maggior parte dei dipendenti pubblici continua a ricevere il Trattamento di Fine Servizio (Tfs) in modo rateizzato, in netta violazione della Costituzione e delle sentenze ripetute della Corte Costituzionale in materia.

Non possiamo ignorare che il ripristino del vitalizio trasmette un messaggio di priorità distorte e di egoismo politico, mettendo in secondo piano le necessità e i diritti dei cittadini comuni e dei dipendenti pubblici”, scrive l’unione sindacale.

Usmia chiede perciò al Parlamento “di impegnarsi nel garantire equità e giustizia economica per tutti i cittadini, in particolare approvando e finanziando tempestivamente le legittime richieste espresse dal Comparto Difesa e Sicurezza, come prevede il Ddl 161 del 13 ottobre 2022, attualmente all’esame degli organi parlamentari”. (ANSA).

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