Sono gli eroi dimenticati. Quegli otto vigili del fuoco che, pur essendo fuori servizio, corsero sulla Costa Concordia e misero in salvo oltre 70 persone. Agirono nel buio e nell’incertezza. E nell’incertezza sono rimasti in questi ultimi dieci anni.
L’allora comandante provinciale dei vigili del fuoco Ennio Aquilino chiese per gli otto vigili la promozione per meriti straordinari, che il Ministero dell’interno dipartimento vigili del fuoco ha negato loro per un decennio. Il Tar Toscana si pronunciò una prima volta nel 2017 e venne ordinato al Ministero di riesaminare meglio la vicenda attenendosi ai princìpi espressi in sentenza. Ma vennero nuovamente negate le promozioni. Ieri il Tar ha accolto il secondo ricorso, che era stato presentato nel 2018 dallo studio legale “Gallone e Urso” di Roma per impugnare il provvedimento di diniego della promozione del febbraio di quello stesso anno, e ha riconosciuto come fondata la richiesta dei vigili: «il Ministero è vincolato a concedere le promozioni per merito straordinario agli otto vigili del fuoco», spiega l’avvocata Iole Urso.
«Il Tar ha applicato il principio del “one shot temperato” – aggiunge l’avvocato Fernando Gallone – Si è esaurito il potere discrezionale dell’amministrazione. In pratica, dovrà attenersi alle indicazioni della sentenza». L’Amministrazione dovrà riesaminare la decisione presa entro 30 giorni dalla comunicazione della sentenza. E dovrà inoltre pagare 3.000 euro di spese. Oggi, finalmente, gli eroi che di solito agiscono in silenzio e pensando solo a salvare la vita degli altri, senza chiedere nulla in cambio, riceveranno il riconoscimento che spetta loro. Anche se ormai sono passati dieci anni da quel tragico incidente che costò la vita a 32 persone. E se non fossero intervenuti quegli otto eroi, forse il numero delle vittime sarebbe stato ancora più alto.