“Un poliziotto mi ha salvato la vita. Oggi mi hanno controllato dopo due operazioni, l’occhio è altamente traumatizzato. Dobbiamo aspettare un po’, credo di farcela: mi impegnerò al massimo”. Il professor Francesco Le Foche, l’immunologo aggredito a Roma nel suo studio e ricoverato al Policlinico Umberto I, risponde alle domande di Mara Venier in collegamento con Domenica In.
Durante la pandemia covid, l’immunologo ha partecipato alla trasmissione di Rai 1 fornendo informazioni e chiarimenti sul virus, le conseguenze, le cure.
“Sono ricoverato al Policlinico Umberto I, sono in ottime mani. I medici sono bravissimi, persone perbene e di altissimo profilo professionale. Credo di essere stato vittima di una persona squilibrata, che ha problemi personali importanti. Ho curato lui qualche mese fa per una spondilodiscite.
La terapia è andata bene, dopo qualche mese mi ha chiamato dicendo che dovevo curare il suo cane. Ho spiegato che avrebbero dovuto occuparsene i veterinari, è stato molto insistente”, dice Le Foche.
“Io ho cercato di uscire da questa situazione, ma evidentemente non ci sono riuscito. Questa persona ha un disturbo psichico importantissimo, con condizioni personali particolari.
Diceva di essere un pugile o un buttafuori… Io non ricordo nulla dell’aggressione, per fortuna è arrivato un poliziotto… Voglio ringraziare questa persona ha evitato il peggio, mi ha salvato la vita. In termini generali, i medici in prima fila, in particolare quelli del pronto soccorso, devono essere tutelati.
Non ho risentimento per questa persona, la mamma cercava di trattenerlo ma era una persona che non si faceva controllare. Volevo salutare tutti i telespettatori di Domenica In, i miei pazienti e tutti i pazienti di tutti i medici che sono onorati e orgogliosi di occuparsi della salute dei pazienti”, afferma. ADNKRONOS