I militari italiani a Kiev: «Lì per proteggere l’ambasciata e indagare sui crimini della Russia»

Esercito Brigata
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Il generale di brigata Nicola Conforti, vice capo del II Reparto del Comando generale della proiezione estera dei carabinieri, spiega oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera chi sono i militari italiani che si trovano oggi a Kiev.

Nella capitale ucraina opera il personale della 2^ Brigata Mobile dei carabinieri, che comprende, oltre al 7° e al 13° Reggimento, anche il Reggimento paracadutisti “Tuscania” e il Gruppo di intervento speciale (Gis). I militari proteggono l’ambasciata italiana e prenderanno parte con gli specialisti del Ris alla task force europea presso la Corte penale internazionale dell’Aja che indaga sui crimini di guerra russi.

«La sicurezza delle ambasciate italiane è uno dei principali compiti assegnati all’Arma in via esclusiva. Un impegno non privo di pericoli, come testimonia purtroppo l’uccisione l’anno scorso del carabiniere Iacovacci. Il periodo di permanenza è di circa 3-4 anni, a differenza dei contingenti di rinforzo che vengono avvicendati ogni circa sei mesi».

I carabinieri in missione all’estero, spiega Conforti, sono «circa un migliaio. Anche in Niger, Gibuti, Somalia, Palestina. Puntiamo sulla qualità più che sulla quantità degli operatori che, anche con i corsi di aggiornamento linguistico, riescono a integrarsi con la comunità locale».

Nel colloquio con Rinaldo Frignani il generale aggiunge che l’impegno dei militari è rivolto alla pace: «Abbiamo formato 12mila peacekeeper di 115 Paesi e 17 organizzazioni internazionali, ma portiamo il nostro know how anche “a domicilio”. La sicurezza si evolve, dobbiamo essere sempre pronti».

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