Arrestato Bonafede, prestò l’identità a Messina Denaro
I carabinieri del Ros hanno arrestato con l’accusa di associazione mafiosa Andrea Bonafede, geometra di Campobello di Mazara che avrebbe prestato l’identità al boss Matteo Messina Denaro. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido. Andrea Bonafede è stato arrestato mentre si trovava a casa della sorella.
“L’odierno indagato ha consapevolmente fornito a Matteo Messina Denaro, per oltre due anni, ogni strumento necessario per svolgere le proprie funzioni direttive: identità riservata, un covo sicuro, mezzi di locomozione da utilizzare per spostarsi in piena autonomia”. Lo sostiene il gip di Palermo, Alfredo Montalto, che ha disposto la misura cautelare del carcere nei confronti di Andrea Bonafede, accusato di associazione mafiosa, l’uomo la cui identità è stata utilizzata dal boss Matteo Messina Denaro, arrestato lunedì scorso a Palermo, dopo una latitanza di 30 anni.
Accogliendo la richiesta dei pm – il procuratore capo Maurizio De Lucia e l’aggiunto Paolo Guido – il gip sostiene che “possa condividersi la conclusione del pm riguardo alla configurazione, in termini di gravità indiziaria, del reato di partecipazione di Bonafede all’associazione mafiosa facente capo a Matteo Messina Denaro”.
“Si aggiunga – scrive il gip – che le condotte di Andrea Bonafede si sono protratte certamente per molti mesi: le parziali ammissioni della persona sottoposta alle indagini, alla luce dei preliminari riscontri raccolti, confermano che l’acquisto della abitazione e la cessione di un documento di identità sul quale apporre la propria fotografia risalgono ad un periodo risalente almeno al 27 luglio 2020 (epoca di acquisto della prima autovettura) o comunque al 13 novembre 2020 (epoca del primo intervento subito da Matteo Messina Denaro sotto le mentite spoglie di Andrea Bonafede)”.