Il presidente del Consiglio Draghi ha spiegato che l’Italia è pronta a intervenire con circa 3400 soldati all’interno del bacino della Nato per difendere i confini europei. Per ora nessun invio dei nostri militari sul suolo ucraino, ma un dispiegamento per rafforzare i più vicini confini europei: a nord nelle Repubbliche baltiche (Lettonia, Lituania ed Estonia) e a sud tra Romania, Ungheria e Slovacchia.
Di questi 3400 soldati italiani alcuni sono già in questi territori: ad esempio ce ne sono ben 240 in Lettonia, ma anche forze navali e velivoli in Romania. Di questi militari, poi, circa 1400 sono uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica.
Tutte le forze saranno dispiegate nell’area di responsabilità della Nato e non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini ucraini.
«L’Italia e la Nato – ha spiegato Draghi- vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europea». Quindi ha ringraziato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e le forze armate «per la loro prontezza e la loro preparazione».
La crisi è stata definita dal premier «di portata storica» e per questo, secondo il governo, sarà difficile e lunga da ricomporre. Questo perché, è convinto Draghi, «sta confermando l’esistenza di profonde divergenze sulla visione dell’ordine internazionale mondiale, che non sarà facile superare». Quindi l’esecutivo ha invitato la maggioranza e l’opposizione a unirsi in un momento d’emergenza nazionale, in cui potrebbero essere coinvolti direttamente i nostri uomini e le nostre donne delle Forze armate.