L’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (U.S.I.F.) ha formalmente interessato il Comando Generale in merito alla necessità di modificare la circolare che stabilisce la durata della pausa pranzo in un’ora.
Al fine di conciliare le prioritarie esigenze lavorative con quelle riconducibili alla sfera privata (pendolarismo e genitorialità), non di rado i colleghi si vedono costretti a rinunciare alla consumazione del vitto (pausa di 60 minuti) optando per un fugace “ristoro” con snack (pausa di 15 minuti).
Di converso, la sperimentazione presso taluni Reparti alla sede di Venezia, ove è stata attuata la riduzione a 30 minuti della durata della pausa pranzo, ha fatto riscontrare notevoli miglioramenti in termini di benessere del personale e degli standard qualitativi di servizio.
“U.S.I.F., proprio in considerazione del possibile miglioramento delle condizioni di vita dei Finanzieri, nonché il conseguimento di più elevati canoni di efficacia ed efficienza nell’impiego del personale e nella gestione del servizio, ha richiesto, anche attraverso la modifica della circolare, la rideterminazione e flessibilità della durata della “pausa pranzo” per la fruizione del trattamento vitto a carico dell’Amministrazione (M.O.S, esercizio convenzionato, buono pasto) da un minimo di trenta minuti ad un massimo di un’ora, a richiesta del personale sulla base delle proprie esigenze”.
Lo comunica in una nota il Segretario Generale U.S.I.F. – Vincenzo Piscozzo.