Gravi ma stazionarie le condizioni del prof che si è dato fuoco davanti alla caserma dei carabinieri di Rende

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È ancora ricoverato nell’ospedale “Cardarelli” di Napoli il giovane che lunedì scorso si è dato fuoco davanti alla caserma dei carabinieri di Rende. Le sue condizioni restano gravi ma stazionarie: nella stessa giornata di lunedì era stato trasferito dall’Annunziata in Campania dove era giunto in condizioni critiche. È in prognosi riservata perché ha riportato ustioni sul 70% del corpo.
Intanto, i carabinieri di Rende – guidati dal capitano Maria Chiara Soldano – proseguono a fare accertamenti e verifiche per capire che cosa abbia potuto provocare quel gesto.

Lunedì mattina, il 34enne originario del Crotonese, attorno alle 9 è arrivato con la sua auto davanti alla caserma dei carabinieri di Rende ed è sceso portando con sé una tanica di benzina. Pochi gesti, questioni di attimi e si è cosparso di benzina (oltre venti litri) per tutto il corpo appiccando il fuoco con un accendino. Immediatamente due gommisti che lavorano lì di fronte e hanno visto tutta la scena sono intervenuti con gli estintori per cercare di spegnere le fiamme. Immediatamente è accorso anche un carabiniere della caserma.

I tre hanno cercato in tutti i modi di spegnere il fuoco. L’uomo, insegnante al Nord, era lucido anche se con evidenti segni di ustioni. Subito è stato trasportato all’Annunziata e poi, nel pomeriggio, quando la situazione si è aggravata a Napoli.
Non si conoscono i motivi del gesto. Il dirigente scolastico della scuola in cui il giovane insegna lo ha descritto come un «gigante buono», un professore molto amato dai piccoli alunni. La famiglia ha ribadito che il 34enne aveva fatto la doppia dose di vaccino ed era in procinto di fare la terza, smentendo quindi il movente no vax, diffuso in un primo momento. Intanto, ieri, davanti alla caserma dei carabinieri di Rende si è svolta una manifestazione promossa dal movimento guidato dal generale Antonio Pappalardo.

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