Giulia Schiff fuori dall’Aeronautica, il Consiglio di Stato respinge il ricorso dell’allieva che denunciò nonnismo

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Giulia Schiff fuori dall’Aeronautica. Sulla carriera della 21enne di Mira, nel Veneziano, che era stata espulsa dall’Accademia aeronautica dopo aver denunciato le frustate e le botte durante il rito di iniziazione cui sarebbe stata sottoposta da colleghi di corso per allievi ufficiali di complemento per diventare pilota di jet, arriva il verdetto del Consiglio di Stato, conforme a quello del Tar: niente da fare per l’appello di reintegro avanzato da Schiff. La sua esclusione è confermata. L’organo supremo di giustizia amministrativa ha deciso così ritenendo l’espulsione «conseguenza diretta dell’insufficiente voto in attitudine militare e professionale».

Il risarcimento e il processo

L’ex allieva dell’Accademia, assistita dall’avvocato Massimiliano Strampelli, ha chiesto un risarcimento dei danni morali e materiali che dovrebbe essere «non inferiore ad euro 70.000». Il processo sul caso, però, si terrà il 5 novembre a Latina: davanti al tribunale compariranno otto sergenti. Secondo la Procura militare gli otto hanno offeso «prestigio, onore e dignità» della Schiff, usandole «violenza» e «cagionandole plurime escoriazioni». Gli otto, secondo l’accusa, «con dei fustelli di legno le hanno inflitto violenti colpi sul fondoschiena e poi l’hanno fatta urtare con la testa la semiala di un aereo in mostra statica posta in prossimità di una piscina dove, infine, l’hanno gettata».

Il video

Una azione immortalata in un video in cui si sente la ragazza urlare e singhiozzare: «Mi fate male». Il bagno nella piscina suggella la fine del rito. I commilitoni urlano «brava, ora sei pilota Giulia». Sul caso era intervenuto anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini che, lo scorso 10 settembre rispondendo a una interrogazione parlamentare al Senato, aveva assicurato che «non ci sarà comprensione per eventuali comportamenti che, anche alla luce dei pronunciamenti ancora attesi, si rivelassero difformi dagli imprescindibili principi di correttezza, etica professionale e rispetto della dignità individuale». Il giudice militare ha accolto la costituzione di parte civile da parte del Partito dei militari che condanna ogni forma di violenza in ambito militare.

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