Il gas a livelli record, il petrolio oltre quota cento dollari, un livello che non si vedeva dal 2014, il rublo ai minimi. L’invasione russa è cominciata e i mercati sono in trincea. Le prime scosse si sentono sulle piazze finanziarie asiatiche, ma la rovina è sulla piazza di Mosca: prima le contrattazioni sono sospese, poi si apre con uno schianto del trenta per cento che, con il passare dei minuti, si assottiglia anche grazie all’intervento della banca centrale russa.
Ma è un giovedì nero ovunque, con l’Europa che apre male e va giù, a rotta di collo. Qualche flash: Milano lascia sul terreno più del 3 per cento e lo spread tra i Btp e i Bund si arrampica fino a quota 176 punti. A Francoforte il Dax cede il 3,37% a 14.036 punti, a Parigi il Cac 40 arretra del 4,19% a 6.496 punti mentre a Londra il Ftse 100 perde il 2,7% a 7.294 punti. In piazza affari soffrono soprattutto gli energetici, l’industria e il credito. Lo scoppio della guerra in Ucraina manda a picco anche i future di Wall Street, dopo la seduta in forte calo di ieri alla vigilia dell’inizio ormai imminente del conflitto.
Le banche sotto pressione
Tra i trader prevale la paura, nelle banche – quelle europee hanno esposizioni per 58 miliardi- si stringono i tempi: la Bce vuole una fotografia puntuale dei rischi e dei legami con Mosca e la Commissione Europea è pronta a una stretta. Risultato: Unicredit arretra del 5,44%, Intesa Sanpaolo a -5,19%, Banco Bpm -4,26%, Mediobanca -3,05%. E non è finita. «Cercheremo di bloccare i vari settori dell’economia russa, dalla tecnologia alla strategia di mercato; cercheremo di bloccare la capacità di ammodernamento della Russia e congeleremo i vari asset della Russia nell’Unione europea e chiuderemo l’accesso alle banche europee e ai mercati finanziari da parte della Russia» annuncia Ursula von der Leyen.
Petrolio e gas alle stelle
Sbandano i comparti più legati ai rischi legati alle forniture russe: ad Amsterdam i future hanno toccato un rialzo massimo del 41%, a 125 euro al megawattora, per poi ritracciare a quota 113 (+27%). Ma volano anche i prezzi delle materie prime alimentari. In particolare, il grano, di cui l’Ucraina è grande esportatore, sale di oltre il 5%, con il rischio di effetti a catena sui prezzi dei prodotti di base quale pane e pasta.
Vola il prezzo dell’alluminio, sale l’oro
Acquisti sull’oro, bene rifugio per eccellenza, che balza del 2,4% a 1.940 dollari l’oncia, come pure sui Treasury americani, i cui rendimenti scendono di 12,5 punti base all’1,86%. Giù il Bitcoin e le criptovalute.