È giunta l’ora di dire basta alle vili aggressioni e ai pestaggi che sono costretti a subire gli operatori! “Dopo l’ennesima aggressione, è giunta l’ora di dire basta!”
Questo ci si aspetterebbe di sentir dire dalla classe politica, vista l’escalation di aggressioni, una ogni 3 ore, spesso cruente, ai danni degli operatori.
Questa la richiesta di ascolto e il grido di allarme lanciato dalle sigle sindacali nazionali con i loro rispettivi segretari SIULP – Romano, FNS CISL – Vespia, SINAFI – Taverna, UNARMA – Nicolosi e, infine, SIAMO ESERCITO – Delcuratolo. Poche risorse, pochi uomini, troppo rischio e mancanza della certezza della pena. Gli uomini e le donne al servizio del cittadino e dello Stato, chiedono più tutele dallo Stato stesso.
“Operatori della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico, al servizio dello Stato che, con “strumenti vecchi e spuntati”, cercano di difendere e tutelare l’essenza stessa dello Stato, di una nazione.
La sicurezza è precondizione dell’esistenza di uno Stato civile, senza la quale nulla può essere costruito e mantenuto in piedi. Basta con episodi balzati agli onori della cronaca giornaliera, proprio come quello, vile e dissacrante, andato in onda qualche giorno fa su “Striscia la notizia” che ha visto protagonisti diversi Carabinieri, chiamati a difendere la meritoria e coraggiosa denuncia del noto giornalista Vittorio Brumotti, accerchiati da spacciatori e fiancheggiatori, rispetto ai quali sono apparsi inermi difronte alla furia degli aggressori.
Per non parlare delle continue aggressioni, molte delle quali con atti di violenza inaudita nei confronti di poliziotti, finanzieri e militari che giornalmente sono impiegati nel controllo delle città e presso i centri di accoglienza, nonché contro gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria in servizio presso gli istituti di detenzione. Sono tantissime le “denunce” e le testimonianze provenienti da coloro che non ci stanno più a convivere in questo ingarbugliato e triste habitat, con poche regole e scarse certezze e che non tollerano più questo sistema ormai giunto al capolinea, i cui limiti sono stati messi ancora più in evidenza dalla pandemia e dall’aggravarsi delle quotidiane difficoltà a cui i cittadini, di ogni ceto sociale, devono comunque far fronte”.
Centinaia da inizio anno, sino al triste primato di averne una ogni 3 ore, considerata la totale certezza di assoluta impunità garantita dall’attuale sistema. Il personale rappresentato dalle Organizzazioni sindacali sottoscrittici, sente tutto il peso del proprio ruolo al servizio della collettività, sempre pronto, oltreché per dovere di servizio e per indole, a stare al fianco dei più deboli e bisognosi, anche a mettere in pratica piccoli gesti quotidiani di altruismo, ma non può più accettare di subire passivamente violente aggressioni che si traducono quotidianamente in veri e propri pestaggi.
Nonostante sia evidente che gli operatori della sicurezza e della difesa necessitino di maggiori tutele operative, legali e sindacali, la classe politica continua a far finta di nulla e a legiferare norme che vanno nella direzione opposta.
Ne è l’esempio la completa inadeguatezza della legge per la definizione delle prerogative sindacali del personale militare, attualmente all’esame della Commissione Difesa del Senato, da emanarsi in aderenza alla Sentenza della Corte Costituzionale 120/18 e che consegnerà loro un modello sindacale non in grado di tutelare coloro che rischiano ogni giorno la propria vita per il Paese. Ed è proprio per questo motivo che è stata lanciata una raccolta di firme per una legge ad iniziativa popolare che intervenga in merito assicurando che chiunque aggredisce un appartenente alle Forze di polizia o a qualsiasi helping professions che garantiscano servizi di pubblica utilità o servizi pubblici essenziali, deve scontare la reclusione o l’affidamento ai lavori socialmente utili
Solo la certezza e l’immediatezza della pena concreta può arrestare questa involuzione comportamentale che sta minando la tenuta sociale della nostra nazione.
Alla luce di ciò, le Organizzazioni Sindacali chiedono alle Istituzioni, pertanto, di mettere nelle migliori condizioni gli operatori, al fine di poter fornire una maggiore sicurezza alla collettività, con strumenti e con una legislazione rivisitata e innovata, che non solo garantisca una reale certezza della pena, ma fornisca, a priori, agli operatori quegli strumenti necessari ad esercitare il proprio ruolo a presidio della legalità, con autorevolezza e con precise regole d’ingaggio”
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