Forze Armate italiane: i movimenti delle nostre truppe impegnate nella crisi Russia-Ucraina

Esercito Italiano

L’Italia non si limita a solidarietà simbolica nei confronti dell’Ucraina, che da giorni resiste sotto i bombardamenti della Russia. La guerra voluta da Putin si fa più violenta giorno dopo giorno, con il presidente russo che continua ad alzare il tiro, mentre Zelensky chiede aiuto al mondo.

Come previsto dalle regole d’ingaggio, i nostri militari saranno impiegati “nell’area di responsabilità della Nato, e non c’è alcuna autorizzazione implicita all’attraversamento dei confini”. Ciò che invece potrà mettere piede in terra ucraina sono quei mezzi e materiali “non letali” che il decreto prevede di cedere “a titolo gratuito alle autorità governative” del Paese sotto attacco.

Rispetto invece allo schieramento di forze, l’Italia in accordo con la Nato potenzia le missioni attualmente attive in Lettonia (la ‘Baltic guardian’), in Romania, dove appunto stanno arrivando altri aerei, e nel Mediterraneo orientale. La mobilitazione riguarderà fino al 30 settembre 1.350 militari delle forze ‘ad alta prontezza’, che risponderanno al Comando supremo alleato in Europa.

Inoltre, se la Nato ritenesse utile in futuro schierare altre forze di deterrenza, l’Italia ha anche innalzato la prontezza di 2.000 unità di rinforzo, utili anche a dare eventualmente il cambio alle forze ‘rapide’ di cui è stato disposto il dispiegamento. Con i 1.350 militari della task force “ad elevata prontezza”, sono partiti per l’Europa orientale 77 mezzi terrestri, 2 navi (nel secondo semestre dell’anno) e 5 aerei

Questo passaggio, ha continuato Draghi, “consente di mettere in atto direttamente la prima parte dei piani e incrementare la postura di deterrenza sul confine orientale dell’Alleanza con le forze già a disposizione”. Cosa succede dal punto di vista pratico? O meglio, dove sono i nostri soldati? “Mi riferisco al passaggio dell’unità attualmente schierata in Lettonia – ha chiarito Draghi – alla quale l’Italia contribuisce con 239 unità”. Per quanto riguarda “le forze navali, sono già in navigazione e sotto il comando Nato”, mentre “le nostre forze aeree schierate in Romania saranno raddoppiate in modo da garantire copertura continuativa, assieme agli assetti alleati”.

Concludendo questo passaggio sui movimenti delle forze militari italiane, Draghi ha voluto sottolineare come l’Italia abbia risposto all’appello del presidente ucraino Zelensky: “Aveva chiesto equipaggiamenti, armamenti e veicoli militari per proteggersi dall’aggressione russa – ha detto Draghi – È necessario che il governo democraticamente eletto sia in grado di resistere all’invasione e difendere l’indipendenza del Paese”. E ha sottolineato – ancora – con forza: “A un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere soltanto con incoraggiamenti e atti di deterrenza”.

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