Da una parte la soddisfazione per gli aumenti in busta paga da dicembre, tredicesima compresa, dall’altra i primi dubbi che il futuro scenario salariale legato al taglio del cosiddetto cuneo possa vanificare almeno in parte i benefici attesi dagli oltre 430mila lavoratori della pubblica amministrazione che lavorano nei Corpi polizia, nei Corpi militari e nei Vigili del fuoco.
Ad esempio in polizia si calcola che con il cedolino di dicembre arriverà un bonus cheva dai circa 700 euro lordi per un agente ai circa 1.000 euro lordi per un commissario capo: gli importi netti – come si legge su Fsp Polizia – saranno di poco superiori alla metà perché andranno detratti prima i contributi assistenziali e previdenziali e al bonus non si applica il taglio del cuneo fiscale, poi l’Irpef e la tassazione locale. “Si tratta di un anticipo sul contratto sul contratto che insieme all’indennità di vacanza contrattuale, cui si aggiunge, aumenta lo stipendio parametrale del 4,20%, come avvenuto per il rinnovo del 2021.
Tenendo presente che sia bonus che Ivc sono riassorbibili, cioè verranno sottratti dagli aumenti contrattuali, e che dal 2021 l’inflazione si è impennata, siamo sicuri che gli incrementi percentuali a regime saranno ben diversi”.
I bonus sono previsti dall’articolo 3 del decreto-legge 145/2023 che è sul tavolo questa mattina dell’incontro fra i rappresentanti di poliziotti, militari e vigili del fuoco e la premier Giorgia Meloni poi impegnata nel consiglio dei ministri.
Riassumendo gli aumenti medi mensili sono di 187 euro per i militari, di 179 euro per i vigili del fuoco e di 195 per gli agenti di polizia. In busta paga a dicembre anche, come avviene in tutta la pubblica aministrazione, l’una tantum fino a 969 euro. Oggi con la premier sono attesi il vice Salvini, i ministri Crosetto, Piantedosi, Nordio, Giorgetti e Zangrillo e i sottosegretario Mantovano e Fazzolari. Da questa partita, ovvero dal miliardo e 600 milioni stanziati per il rinnovo dei contratti della Pa, è esclusa la Sanità.
In discusssione stamane due disegni di legge: la valorizzazione della specificità del comparto e la tutela e la sicurezza delle forze di polizia (i cui appartnenti, ad esempio, potrebbero essere tutti autirizzati di default a portare armi da fuoco – pistole – private quando non sono in servizio ed hanno a disposizione qelle di ordinanza. E poi due decreti che riguardano la revisione dello strumento militare e l’inserimento nel codice dell’ordinamento militare del riconoscimento dell’esercizio della libertà sindacale.
Un tema, quest’ultimo, assai complicato perché prevede l’individuazione di rappresentanze sindacali da ammettere alle trattative e non sempre, almeno in numero comparti militari, sarà facile passare in tempi rapidi (gennaio 2024) dal “vecchio” Cocer alle nuove sigle che sono nate in queste ultimo periodo o che stanno nascendo.