Forze armate e di polizia senza contratto di lavoro da 500 giorni: per la categoria oggi è una data da ricordare, perché da circa un anno e mezzo chiedono «al governo di procedere ai tavoli di confronto e al rinnovo, con risorse adeguate, senza indugio». L’aspetto principale riguarda la parte economica, ma anche quella normativa.
L’ultimo contratto, siglato dalle Forze armate e di polizia, è quello relativo al triennio 2019-2021, firmato a dicembre del 2021. In quell’occasione si arrivò a oltre mille giorni senza contratto.
La storia si sta ripetendo, perché, in buona sostanza, da gennaio 2022 poliziotti, carabinieri e militari, sono con gli stipendi fermi. Diverso per i dirigenti di polizia che dal 2018 non hanno ancora firmato il primo contratto di lavoro.
«Il contatore sul nostro sito internet www.silpcgil.it è impietoso: 500 giorni senza contratto di lavoro – dichiara Pietro Colapietro, segretario generale del Silp Cgil -. Per non parlare dei quasi 2.000 giorni di assenza del contratto dei nostri dirigenti, che non è stato mai siglato.
Poliziotti, ma anche carabinieri e militari hanno i loro stipendi fermi a dicembre 2021 e già all’epoca firmammo un contratto con 3 anni di ritardo. In questo momento – aggiunge – gli unici aumenti sono legati alla miseria dell’una tantum che per un agente vale 24 euro lordi mensili per il solo 2023, poco più di 15 euro netti. Un caffè ogni 2 giorni.
Nella legge di bilancio non ci sono risorse per il rinnovo del contratto e per le assunzioni. La stessa disattenzione l’abbiamo registrata nel Def. Crediamo che le lavoratrici e i lavoratori in divisa meritino rispetto. Per questo siamo da tempo mobilitati assieme alla Cgil e nei prossimi giorni annunceremo una serie di iniziative di protesta del comparto sicurezza». Il messaggero.it