Manca ancora il via libera definitivo da parte del garante della privacy ma, quando questo arriverà, la Guardia di finanza sarà in grado di accedere ai dati finanziari dei contribuenti al fine della lotta all’evasione fiscale.
L’archivio rapporti finanziari, la banca dati dell’Agenzia delle Entrate con le informazioni su conti correnti, conti deposito e simili potrà essere consultato e incrociato con le risultanze degli altri database in possesso della Gdf, al fine di realizzare controlli ad alta efficacia.
Il meccanismo è previsto nel documento di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 26 maggio. Le verifiche saranno effettuate mediante il cosiddetto “anonimetro”, ossia un algoritmo automatico di pseudo-anonimizzazione dei dati.
In particolare, come riporta Italia Oggi, secondo il testo del decreto “i dati contenuti nell’archivio dei rapporti finanziari sono resi disponibili dall’Agenzia alla Guardia di finanza, che li utilizza avvalendosi delle tecnologie, delle elaborazioni e delle interconnessioni con le altre banche dati di cui è titolare”: saranno dunque disponibili alle forze dell’ordine i dati su patrimonio mobiliare e immobiliare, pagamenti, versamenti, compensazioni. Inoltre, faranno parte delle informazioni consultabili dalla Gdf anche quelle relative agli indicatori di rischio fiscale attribuiti o attribuibili ai soggetti.
Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2019 l’evasione fiscale in Italia è stata pari a 99,2 miliardi di euro, una riduzione del 3% rispetto al 2018 e per la prima volta sotto quota 100 miliardi. E i controlli mediante algoritmo, secondo l’amministrazione finanziaria, daranno modo di recuperare ancora più gettito.
Nel decreto si precisa che la Guardia di finanza e l’Agenzia tratteranno esclusivamente i dati personali indispensabili e in modo strettamente necessario a raggiungere la finalità di contrasto all’evasione, adottando tutte le misure necessarie per escludere i dati personali inesatti o non aggiornati.
Saranno inoltre utilizzati modelli in grado di fare in modo che, una volta fatti i controlli incrociati, siano limitati i rischi di ingerenze nei confronti dei contribuenti che non presentano un rischio fiscale significativo.