Una vecchia Lancia Y parcheggiò, apparentemente modesta ma dall’aspetto accattivante per un’auto “civetta”. I suoi due occupanti, vestiti in abiti scuri simili a quelli ricordati dalla vittima, scesero estraendo tesserini dalle tasche, fingendo di essere poliziotti.
Il giovane, un italiano nato nel 1988, camminava da solo in via dell’Incoronata un sabato sera passata la mezzanotte. Credendo che i due uomini fossero agenti di polizia, non oppose resistenza quando improvvisamente fu colpito al volto da almeno due pugni, così potenti da farlo cadere a terra.
I finti poliziotti lo derubarono del portafogli e di altri effetti personali. La coppia salì di corsa sulla Lancia Y e scomparve rapidamente per le strade del Quarticciolo, un quartiere noto per il continuo ricorso alla piazza di spaccio, alimentando un ciclo di illegalità resistente alla legalità. La banda dei finti poliziotti sembra aver colpito almeno dieci volte in due mesi, preferendo agire di notte nei quartieri con maggiore presenza delle forze dell’ordine.
Il loro modus operandi è costante: fingono di essere agenti, effettuano perquisizioni superficiali, e quindi aggrediscono le vittime, rapinandole dei loro averi. Fuggono rapidamente in auto, spesso utilizzando il Gran Raccordo Anulare per sfuggire alla cattura. Questa banda potrebbe essere responsabile anche di rapine nelle case delle prostitute, dove usano il falso tesserino per accedere alle abitazioni e compiere rapine violente.
Inoltre, si è verificata una serie di rapine simili sul Gran Raccordo Anulare, coinvolgendo giovani coppie e persino un calciatore della Lazio, Raul Moro, un anno prima. In tutti questi casi, i banditi fingevano di essere agenti di polizia, obbligavano le vittime a fermarsi e poi le rapinavano con violenza, fuggendo in auto.