Ha finto di accettare una mazzetta da 10mila euro per chiudere un occhio sul contrabbando di sigarette, ma in realtà ha denunciato tutto facendo arrestare anche i suoi colleghi. È la storia di un finanziere in servizio a Bari che grazie alla sua lealtà, ha permesso di smantellare una presunta organizzazione che per la Direzione distrettuale Antimafia di Bari trafficava “bionde” tra i Paesi dell’est Europa, la Grecia e l’Italia.
Il gruppo poteva contare anche su V. A., finanziere in servizio al porto di Bari: era lui a garantire, per l’accusa, il transito “sereno” dei mezzi a bordo dei quali si trovavano le sigarette. Non solo. Il militare incontrava i vertici del gruppo, pianificava le azioni da compiere, offriva consigli e tentava anche di reclutare colleghi per garantire il buon esito dell’operazione.
In carcere con lui sono finiti anche A. A. e V. R., per altri tre invece il giudice per le indagini preliminari di Bari ha disposto gli arresti domiciliari e a un uomo di nazionalità albanese è stato imposto l’obbligo di dimora. Falso, corruzione e istigazione alla corruzione di pubblici ufficiali sono alcune delle accuse contestate a vario titolo dai magistrati.
Per i pubblici ministeri A. A. aveva il ruolo di promotore e organizzatore ed era “costantemente coadiuvato” dal finanziere V.A.. Il sodalizio, secondo la ricostruzione dei finanzieri guidati dal colonnello Luca Cioffi, aveva base logistica e strategica a Bari, luogo del principale porto di approdo e transito della merce estera contrabbandata oltre che luogo di residenza e di alcuni dei militari coinvolti.