Filma un poliziotto pensando che sia ubriaco, ma le cose non stanno così. È successo mercoledì notte, a Pankow, quando un poliziotto si è schiantato con la sua auto di pattuglia. Attirato dall’incidente, un passante si è avvicinato al finestrino laterale. Invece di soccorrere l’agente, tuttavia, l’uomo ha attivato la telecamera del cellulare e ha iniziato a riprendere il poliziotto in difficoltà, insinuando che fosse ubriaco. Ha quindi caricato il video su Instagram.
Il passante ha ricavato la convinzione che il poliziotto fosse ubriaco perché lo ha visto gesticolare, ansimare premere confusamente sull’acceleratore. In realtà l’agente di polizia, un uomo di 60 anni, era in quel momento vittima di un gravissimo malore. Talmente grave, che è morto poco dopo in ospedale. L’incidente è avvenuto intorno alle tre di notte.Il video diventa virale: le reazioni della polizia.
Nel frattempo il video caricato su Instagram è diventato virale, suscitando le reazioni divertite di moltissime persone. Il quotidiano BZ ha portato a conoscenza della cosa la polizia di Berlino e le reazioni sono state immediate e durissime.
Il capo della polizia di Berlino, Barbara Slowik, ha dichiarato: “Questo video è spregevole e la sua pubblicazione intollerabile! Mi rende stordita e furiosa”. Ha quindi aggiunto che anche se il testimone ha male interpretato le condizioni dell’agente, la ripresa resta disgustosa. “È rivoltante creare un video del genere per degradare un essere umano indifeso – un essere umano indifeso in uniforme. Ed è disgustoso che il numero di follower e la presunta possibilità di trascinare la polizia di Berlino nel fango sia stata più importante del rispetto della dignità del nostro collega, un essere umano”, ha ribadito Slowik.
Il portavoce del sindacato di polizia, Benjamin Jendro, si è invece detto sconvolto dal fatto che “la gente preferisca afferrare il proprio smartphone e tenerlo stretto invece di aiutare qualcuno che è palesemente in difficoltà“. Invoca inoltre sanzioni adeguate per degenerazioni di questo tipo, che avvengono, cioè, in un ambito apparentemente virtuale: “Il fatto che tali filmati siano diffusi sui social media per pura avidità di click e di attenzione mostra un narcisismo digitale ormai diffuso che deve avere conseguenze penali” ha sottolineato Jendro.
Intanto l’uomo che ha postato il video su Instagram ha spiegato di averlo cancellato in seguito alla morte del poliziotto e ha chiesto scusa.
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Alla follia umana non c’e’ piu’ limite.