Poliziotto, aveva messo un «like», subito cancellato, a un post in cui si inneggiava ad Adolf Hitler e ai forni crematori. Ora L. C., consigliere comunale della Lega a Ferrara e sindacalista del Sap, sindacato autonomo di polizia, si è visto respingere il ricorso al Tar dell’Emilia Romagna che aveva presentato contro la sanzione disciplinare della deplorazione ricevuta lo scorso 29 gennaio dal Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno.
La decisione dei giudici
Per i giudici del tribunale amministrativo regionale il provvedimento emesso per quel famigerato «mi piace» al post nazista è legittimo. Il «like», secondo i giudici amministrativi, «denota oggettivamente imprudenza, imperizia e negligenza», e rappresenta una «palese violazione delle norme di comportamento, sia generali che specificamente riferite all’uso dei social network, che devono essere rigorosamente rispettate dagli appartenenti alla Polizia di Stato». E c’è di più perché «il fatto in questione – riporta la prima sezione del Tar – ha avuto un risalto mediatico a livello nazionale negli ambienti della polizia, con conseguente palese e grave nocumento per l’immagine e il prestigio dell’istituzione».
Il post incriminato
I fatti risalgono a giugno del 2020. Il poliziotto aveva cliccato «mi piace» sul post pubblicato da un conoscente e scritto per attaccare il cantante Sergio Sylvestre, accusato aver cantato male l’inno nazionale per la finale di Coppa Italia, sollevando il pugno. «Ma quel signore con i baffi che adoperava i forni non c’è più?» il messaggio.
Vicenda penale archiviata
Una vicenda che appunto non era passata inosservata e per la quale l’ispettore capo ferrarese era stato indagato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Accusa poi archiviata, lo scorso maggio, dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ferrara. Quanto alla sanzione per i giudici amministrativi, per il Tar, «è oggettivamente proporzionata al fatto commesso, avendo l’amministrazione procedente tenuto conto non solo del grave discredito che è derivato al prestigio della Polizia di Stato», ma anche «degli elementi favorevoli al ricorrente quali l’eliminazione del “like” entro brevissimo tempo (il giorno successivo), i precedenti di servizio, nonché la partecipazione del medesimo ad attività sociali e sportive anche a favore di soggetti portatori di disabilità». Considerata la «singolarità della vicenda esaminata», il tribunale regionale ha disposto «l’integrale compensazione delle spese».