Fermato dai finanzieri dopo una manovra azzardata, afferma di essere in servizio: poliziotto a processo per false dichiarazioni

Guardia di Finanza
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Dopo aver sorpassato una fila di veicoli fermi sulla Statale al volante di una Porsche, si sarebbe giustificato con una pattuglia della Guardia di Finanza spiegando di essere un poliziotto in servizio e di essere di fretta perché doveva andare al lavoro. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, solo la prima affermazione sarebbe stata vera: l’ex agente, in passato in forza alla questura di Rimini, in quel periodo si sarebbe infatti trovato in ferie.

L’intera vicenda, una volta portata a galla grazie agli approfonditi controlli eseguiti dalla stessa questura, ha quindi portato alla formulazione di una serie di accuse nei confronti dell’ex poliziotto, oggi in pensione, che è difeso dall’avvocato Marco Ditroia. Ieri mattina, il gup del tribunale di Rimini ha disposto il rinvio a giudizio. Il 14 giugno prossimo, davanti ai giudici del Collegio, l’imputato dovrà rispondere di varie ipotesi di reato, che vanno dalla falsa dichiarazione a pubblico ufficiale al falso ideologico fino alla calunnia aggravata.

I finanzieri che quel giorno lo avevano fermato, e che oggi lo accusano di averli calunniati, hanno deciso di costituirsi parte civile.

L’episodio finito sotto la lente di ingrandimento della Procura risale al 26 marzo del 2020, nel bel mezzo della pandemia e del lockdown. Sulla Statale c’è una lunga fila di macchine imbottigliate. A un tratto, dalla colonna, si stacca una Porsche che effettua una manovra non consentita, sorpassando in corrispondenza della linea continua. Il caso vuole che nella coda di veicoli fermi ci sia anche una pattuglia della Guardia di Finanza.

I militari affiancano l’agente, chiedendogli spiegazioni. L’uomo, a quel punto, stando alla ricostruzione emersa durante le indagini, avrebbe tirato fuori il distintivo, scambiando qualche parola con i finanzieri. Alla scena assiste però anche un funzionario della questura di Rimini, che una volta tornato in ufficio telefona alla Guardia di Finanza per chiedere come mai la pattuglia non avesse fermato e multato l’automobilista.

“Ci ha mostrato il tesserino, ha detto di essere un agente e che stava prendendo servizio” spiegano le Fiamme Gialle. Il racconto però non convince fino in fondo i funzionari di piazzale Bornaccini. Ai quali basta poco per scoprire che l’agente in questione, quel giorno, risultava essere in ferie. Lo stesso agente, secondo l’accusa, alcuni giorni dopo avrebbe inoltre firmato una relazione di servizio, fornendo una versione completamente diversa da quella dei finanzieri, sostenendo di non aver mai mostrato il distintivo e di non aver mai detto che si stava recando al lavoro, in quanto quel giorno stava andando a casa del figlio. ilrestodelcarlino.it

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