Ferì un carabiniere durante una rissa in chiesa, condannato a 12 anni di carcere

Carabiniere Grasso

Pena riformata. Camillo Leocata, colpevole di aver sparato al collo provocato una grave disabilità al carabiniere Giovanni Sebastiano Grasso intervenuto per sedare una rissa, è stato condannato a 12 anni di carcere.

La Corte d’Appello ha escluso le aggravanti contestate riducendo la pena inflitta in primo grado. Il collegio ha confermato nel resto il verdetto e quindi restano intatte le pene accessorie e le statuizioni civili (805 mila euro).

Ferì un carabiniere durante una rissa in chiesa, condannato

Nel corso della requisitoria la pg Iole Boscarino ha evocato il tragico ferimento ai danni del militare avvenuto nel corso di una rissa scoppiata nella Parrocchia di Santa Maria degli Ammalati, frazione acese. Era in corso la cerimonia religiosa della Prima Comunione quando è scoppiato, nell’ottobre 2021, un violento litigio tra le famiglie di due genitori separati di uno dei ragazzi. Il movente – assolutamente futile – fu il sorteggio dei posti in chiesa.

Ai familiari della mamma non piacque rimanere indietro rispetto ai parenti del padre. A spallergiarli addirittura arrivarono diversi piciotti da Catania. La discussione diventò violenta. E così l’imputato decise di andare a casa e prendere la pistola. Nel ricorso la difesa scriverà che fece quel gesto per difesa del figlio. Ma purtroppo in quella maledetta sera d’autunno, davanti al sagrato della chiesa è rimasto un pezzo di vita del carabiniere.

L’intervento del vicebrigadiere

Il vicebrigadiere, che era lì perché uno dei figli doveva ricevere il santo sacramento, ebbe la prontezza di supportare i colleghi che stavano cercando di sedare la furiosa lite. Prima mise al riparo l’altra figlia presente. Un padre amorevole e un grande uomo dello Stato. Mentre tentava di far ragionare gli aggressori Grasso sentì un colpo di pistola e capì di essere stato colpito da un proiettile. La pallottola lo ferì al collo, lesionando il midollo.

A sparare fu Leocata, il nonno del ragazzino che quella sera si è trovato in mezzo a una vera e propria guerra dei Roses. La rissa è stata registrata da telefonini: da quei video i carabinieri in pochi giorni hanno fatto scattare le manette a tutti i coinvolti. La difesa di Leocata, rappresentata dall’avvocato Michele Ragonese, abbastanza soddisfatto dell’esclusione delle aggravanti è però già pronto dopo le motivazioni – che arriveranno tra 90 giorni – a presentare ricorso per Cassazione.

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