Età pensionabile per gli appartenenti alle Forze Armate e di Polizia, quale futuro? Attualmente, il comparto sicurezza gode di un trattamento pensionistico “speciale”, dovuto alla natura particolare e altamente stressante del lavoro svolto, rispetto ad altri lavoratori. Tuttavia, le nuove riforme in discussione potrebbero cambiare il panorama pensionistico per questi lavoratori.
Età pensionabile attuale delle Pensioni per Forze Armate e Forze di polizia
La riforma Fornero del 2012 non ha toccato il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, che include carabinieri, poliziotti, poliziotti penitenziari, finanzieri, vigili del fuoco e membri delle tre forze armate.
Pensione Ordinaria:
La pensione ordinaria per i militari e i poliziotti si ottiene al raggiungimento dell’età prevista, che varia dai 60 anni per i sottufficiali e la truppa fino ai 65 anni per gli ufficiali e i dirigenti, a seconda del grado. È inoltre necessario aver versato almeno 20 anni di contributi.
Pensione Anticipata Forze Armate e di Polizia:
La pensione anticipata può essere ottenuta con un maggior numero di contributi ma ad un’età inferiore. I requisiti includono:
- 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età;
- 58 anni di età con almeno 35 anni di contributi;
- 54 anni di età se entro il 31 dicembre 2011 è stata raggiunta la massima anzianità contributiva con un’aliquota dell’80%.
In questi casi, la pensione decorre dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti.
Possibili Cambiamenti, ma solo dopo il 2026
Adeguamento dell’Età Pensionabile secondo i dati ISTAT:
L’età pensionabile, sia per la pensione di vecchiaia che per quella anticipata, potrebbe aumentare dal 2026. L’adeguamento è stato congelato fino alla fine del 2025 a causa dell’incidenza del Covid sulla speranza di vita. Dal 2026, i requisiti anagrafici e contributivi si adegueranno nuovamente all’aspettativa di vita secondo l’ISTAT.
Le pensioni per i militari e le forze dell’ordine stanno affrontando un periodo di incertezza sotto spinte riformiste che vorrebbero uniformare tutti i trattamenti previdenziali pubblici e privati. Tuttavia, è fondamentale considerare la particolarità e la specialità del servizio di militari, poliziotti e vigili del fuoco, che svolgono lavori molto più stressanti e usuranti rispetto ad altri impieghi.
Nel comparto sicurezza, se al compimento dei 60 anni risultano già soddisfatti i requisiti per il diritto alla pensione di anzianità con 35 anni di contributi, l’adeguamento dell’età pensionabile non si applicherà.
Modifiche nell’Erogazione del Trattamento di Fine Servizio (TFS)
Ritardi nell’Erogazione del TFS:
Attualmente, la buonuscita viene erogata dall’INPS dopo 12-24 mesi dalla cessazione del servizio, creando disagi per i pensionati. La Corte Costituzionale ha dichiarato anticostituzionale il TFS dilazionato, sollecitando il Parlamento a porre fine a questa ingiustizia. Tuttavia, le proposte di modifica della legge sul pagamento del TFS non sono ancora state esaminate dal legislatore. La Ragioneria Generale dello Stato ha sottolineato che il pagamento nei termini del TFS costerebbe almeno 3,8 miliardi di euro, con un rischio di dissesto finanziario pubblico.
Il Rovescio della Medaglia
Un poliziotto può dover attendere tre o quattro mesi per percepire il primo accredito, restando nel frattempo senza stipendio, senza pensione e senza TFS. Le nuove generazioni percepiranno pensioni significativamente inferiori rispetto ai colleghi di ieri. Andare in pensione a 60 anni, anche con un fondo integrativo (che attualmente non esiste), significa comunque un versamento minore di contributi obbligatori, penalizzando la rendita nel sistema contributivo puro.
È cruciale che il Parlamento, il Governo e tutte le autorità competenti non perdano di vista la specificità del comparto sicurezza. Le riforme devono tener conto della natura particolare e altamente stressante del lavoro svolto da militari, poliziotti e vigili del fuoco, garantendo trattamenti pensionistici adeguati e giusti.