Esercito, “Strade Sicure”: il governo riflette sulla sostenibilità dell’operazione

Esercito strade sicure

Esercito – L’operazione Strade Sicure, che impiega attualmente 6.800 militari nelle principali città italiane a supporto delle forze di polizia, è al centro di un dibattito riguardante la sua sostenibilità. Questo incremento di personale, deciso tramite un emendamento all’ultima Legge di bilancio (prima erano 5.000), pone delle sfide significative. Il Generale Carmine Masiello, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ha sottolineato la necessità di rivedere l’attuale impegno per evitare di compromettere l’operatività complessiva delle forze armate italiane, che devono affrontare anche numerosi impegni nei teatri di crisi internazionali.

L’incremento del contingente di Strade Sicure è stato fortemente sostenuto dalla Lega, ma adesso il governo sta considerando possibili tagli per rendere l’operazione più sostenibile. Durante un’audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, il Generale Masiello ha discusso queste problematiche, mettendo in luce come l’elevato numero di militari impiegati internamente possa limitare la capacità dell’Italia di onorare i suoi impegni internazionali.

Esercito, Strade Sicure attiva da 16 anni

Il Generale Carmine Masiello ha ricordato che l’operazione Strade Sicure, inizialmente concepita per un impiego limitato di forze e di breve durata, è attiva da 16 anni e coinvolge un numero considerevole di militari. Questa estensione temporale e quantitativa rappresenta un impegno notevole per le forze armate italiane.

Masiello ha informato che, in accordo con il ministro della Difesa, è in corso una valutazione sulla sostenibilità dell’attuale impiego di militari in Strade Sicure. L’obiettivo è evitare che questo impegno comprometta l’operatività complessiva dello strumento militare italiano, soprattutto in un contesto internazionale caratterizzato da numerosi fronti di tensione. Questi includono il fianco Est della NATO, l’Africa e il Medio Oriente, aree che richiedono un numero crescente di militari in missione.

Il problema risiede nella “coperta corta”: mantenere un contingente di 6.800 militari per Strade Sicure diventa particolarmente oneroso quando si considerano le necessità di turnazione e riposo del personale, che portano a triplicare effettivamente il numero di militari coinvolti. Questo potrebbe limitare la capacità delle forze armate di rispondere adeguatamente alle altre richieste internazionali e operative.

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