Esercito Brigata Sassari – Al suo arrivo nella caserma “La Marmora”, sede del Comando Brigata, il Generale Masiello è stato accolto dal Comandante della “Sassari”, Generale di Brigata Stefano Messina, e gli incarichi chiave del suo staff, con i quali ha approfondito tutte le direttrici di sforzo tese a dare impulso alle priorità assegnate alla componente operativa della Forza Armata.
“Le unità operative sono il nostro focus. Il massimo realismo possibile in addestramento fa la differenza al momento dell’impiego e la tecnologia è il moltiplicatore irrinunciabile di capacità”, ha evidenziato il Generale Masiello. Nel fare riferimento ai valori il Capo di SME ha sottolineato che “essi sono il filo conduttore delle tradizioni del dovere e garanzia di affidabilità. Mi aspetto idee e apporto da ogni testa dell’Istituzione. Questa, la via maestra”.
Esercito: la Brigata “Sassari”
Dopo una tappa al Museo storico della Brigata, la visita è proseguita nella caserma “Gonzaga”, sede del 152° Reggimento fanteria “Sassari” e del 45° Reparto Comando e Supporti Tattici “Reggio”.
Nel pomeriggio, il trasferimento nel poligono permanente di Capo Teulada, dove il Capo di SME ha assistito all’esercitazione di gruppo tattico pluriarma “Fenice 2024”, a guida 151° Reggimento fanteria “Sassari”.
L’esercitazione ha permesso di addestrare i quadri e le truppe nella pianificazione, preparazione e condotta di attività tattiche offensive, secondo un criterio di integrazione pluriarma, con l’ausilio del sistema “Imperio”, già impiegato da molteplici paesi partner e interoperabile in chiave multi-dominio. Inoltre, per imprimere maggior realismo all’esercitazione, è stata costruita una trincea, elemento di difesa all’interno del quale i fanti del 151° hanno condotto attività tattiche abilitanti, offensive e difensive.
Nella fase di de-briefing al personale in esercitazione, il Gen. C.A. Masiello ha posto l’accento sull’impegno profuso dalla “Sassari di addestrarsi in maniera efficace e realistica per operare in ogni ambito di confronto, integrando i “Dimonios” con altre componenti specialistiche dell’Esercito in dispositivi pluriarma, le cui capacità garantiscono la flessibilità e la complementarietà necessaria per l’assolvimento della missione”.
“Assistiamo a conflitti – ha proseguito il Capo di SME – in cui si fondono caratteristiche delle guerre del XX secolo, basate su fortificazioni campali e trincee, combattuti con armi e sistemi all’avanguardia, quindi più letali. Occorre addestramento e innovazione tecnologica, al fine di poter esercitare deterrenza e garantire la sicurezza del Paese.”