L’imputato aveva già avuto a che fare con il sottufficiale per un fermo a seguito di intemperanza in udienza nel corso di un altro procedimento penale
“Ecco il maresciallo che arresta tutti, tranne la caduta dei capelli”. Un’uscita goliardica che voleva apparire spiritosa, ma che è diventata un’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.
Un uomo, difeso dall’avvocato Michele Maria Amici, è finito sotto processo per aver apostrofato, in pubblico, un maresciallo dei Carabinieri con il quale aveva avuto già di ridire in occasione di un’altra udienza penale.
L’uomo, non nuovo a episodio del genere visto che ha collezionato una serie di denunce per aver tentato di entrare in tribunale con un coltellino in tasca, si trovava in udienza per un processo, l’ennesimo, che lo vede imputato.
In quell’occasione aveva infastidito i testimoni, interrompendoli di continuo, rispondendo al pubblico ministero e al giudice, finché il magistrato non aveva chiesto al maresciallo, presente in aula, di allontanare l’imputato.
L’uomo aveva, però, opposto resistenza ed era stato arrestato.Qualche tempo dopo, incontrando il sottufficiale dell’Arma, se n’era uscito con quella frase, chiaro richiamo all’arresto in aula e alla calvizie del militare: “Ecco il maresciallo che arresta tutti, tranne la caduta dei capelli”.
Avendo proferito quelle parole in pubblico e nei confronti di un appartenente alle forze dell’ordine, in divisa, era scattata la denuncia per oltraggio e il processo.