Una vera e propria organizzazione, quella creatasi nel carcere di Augusta, dove entrava ogni tipo di droga, telefonini, sim e tutto quanto l’occorrente per avere contatti con l’esterno. A introdurli era un agente di polizia penitenziaria.
La Guardia di finanza ha quindi compiuto gli accertamenti per conto della DDA della procura di Catania e ora il gip ha firmato l’ordinanza per 16 persone, 15 delle quali detenute e una finita ai domiciliari.
Le accuse vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanza stupefacente nell’Istituto penitenziario, all’associazione per delinquere finalizzata all’indebito procacciamento di apparati telefonici per i detenuti della stessa casa circondariale, alla corruzione di pubblici ufficiali per atti contrari ai doveri di ufficio.
L’agente della Penitenziaria, in cambio di denaro si occupava di portare nel carcere la droga, i telefonini e le Sim per farli funzionare. Lo stesso, come riportano le indagini, godeva all’interno dell’istituto di connivenze e coperture sulle quali sono in corso ulteriori accertamenti».
Un’altra degli arrestati, si occupava di procurare all’esterno del carcere i telefonini mentre a gestire traffico di droga e telefoni nell’ istituto penitenziario erano due detenuti, che utilizzavano a loro volta telefonini per fare arrivare all’esterno del carcere le loro richieste e gestivano la cassa dell’organizzazione.
In carcere entrava ogni tipo di stupefacente: cocaina, marijuana, hashish, skunk, alimentando il sistema di spaccio creatosi all’interno delle mura del carcere, sono almeno sette i detenuti indagati, che “acquistavano” in carcere per cederlo a loro volta ad altri detenuti. Le indagini sono partite nel settembre dello scorso anno.
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