“Sei poliziotti del Reparto mobile di Milano rimasti feriti, di cui uno seriamente alla gamba, lanci di bombe carta, schegge, botte, danni gravi a locali e automobili, undici persone fermate. È l’ennesimo bollettino di guerra dopo l’ultima manifestazione anarchica, rigorosamente non autorizzata, che si è conclusa con la consueta follia di cui come sempre fanno le spese cittadini onesti e forze dell’ordine. Ci chiediamo per quanto dovremo restare ostaggio di soggetti senza controllo, senza alcun senso civico, sprezzanti delle leggi e costantemente proiettati alla violenza”. Lo afferma, in una nota, Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato, dopo gli incidenti che si sono verificati a Milano, dove si è tenuta una manifestazione non preavvisata a sostegno dell’anarchico Alfredo Cospito.
“Ci chiediamo – prosegue Mazzetti – cosa dovrà accadere perché si prenda la decisione di contrastare con fermezza adeguata fenomeni di proteste subdole e selvagge che, per come sono minuziosamente organizzate, e per quanto sono finalizzate a produrre danni reali, specie al personale in divisa che è il primo e più odiato bersaglio insieme allo Stato che rappresenta, rappresentano una vera e propria forma di terrorismo. ’Terrorismo di piazza’, come Fsp lo definisce da anni, chiedendo che si delinei un’apposita fattispecie che lo preveda e lo punisca severamente, e soprattutto che ci fornisca strumenti adeguati per intercettare eventi del genere, impedendoli prima della prossima guerriglia”.
Durante gli scontri sei poliziotti sono rimasti feriti, di cui uno seriamente a una gamba per ustioni dovute a una bomba carta, e sono stati portati all’ospedale Niguarda per ricevere soccorso. Bar e auto danneggiati lungo il percorso del corteo, oltre al lancio di oggetti e violenze di vario genere da parte di soggetti presenti, undici dei quali alla fine sono stati fermati e condotti in Questura. E dopo gli scontri e le devastazioni a Milano, il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato si farà portavoce in Parlamento della richiesta dei poliziotti: “Raccolgo l’appello del sindacato della Fsp Polizia di Stato e sono pronto a presentare in Parlamento una proposta di legge per l’introduzione del reato di ’terrorismo di piazza’ all’interno del codice penale.
Quello che proporrò è, da un lato l’introduzione di due norme – gli articoli 613 quater e quinquies del Codice penale – che prevedono l’inasprimento delle pene per chiunque provochi incidenti nelle manifestazioni e anche la punibilità di chi istiga alla violenza e, dall’altro, proporrò che si consenta l’arresto differito, quando non sia possibile procedere in flagranza, anche grazie alla prova video o fotografica.
Questa proposta di legge tenderà a contrastare, come chiedono le stesse Forze dell’Ordine, con fermezza adeguata, proteste come quelle di ieri sera tese a produrre danni reali agli uomini e alle donne delle FF.OO. che diventano una vera e propria forma di terrorismo, come nel caso di Milano con il ferimento di un agente per ustioni dovute allo scoppio di una bomba carta, oltre al danneggiamento di esercizi commerciali, auto incendiate e violenze di vario genere da parte di questi teppisti anarchici, supportati da antagonisti, no-global, centri sociali e in generale da tutta la Sinistra milanese e italiana”.
Nel servizio si vede il giudice entrare e invitare l’imputato ad alzarsi. Risultato? “No, io non mi alzo“, replica l’anarchico mentre inizia a leggere una dichiarazione spontanea nonostante il giudice sottolinei che “in questa fase non è permesso”. Sparare ad Adinolfi – dice – è stata una “gioia”, un “godimento”. Più nel dettaglio, Cospito afferma: “In una splendida mattina di maggio ho agito e in quelle poche ore ho goduto a pieno della vita. Per una volta mi sono lasciato alle spalle paura e autogiustificazioni e ho sfidato l’ignoto.
In una Europa costellata di centrali nucleari, uno dei maggiori responsabili del disastro nucleare che verrà è caduto ai miei piedi”. Parole che scatenano il caos in Aula, con gli agenti costretti a scortare fuori l’anarchico. Davanti all’ingresso principale di palazzo di giustizia anche un presidio di un centinaio di anarchici, mentre una ventina assiste alla prima fase dell’udienza, con slogan, urla e proteste contro il giudice.
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