Disobbedienza militare e tenuità del fatto: sentenza della Cassazione Penale riguardante un carabiniere

Carabiniere sistema informatico

Carabiniere, Disobbedienza Militare e Tenuità del Fatto: La Sentenza della Cassazione Penale Sez. 1, Num. 30264 del 2024


La disobbedienza all’interno dell’ambiente militare è un comportamento che, in alcuni casi, può essere ritenuto punibile in base alla gravità dell’azione. Tuttavia, la giurisprudenza prevede delle eccezioni quando il fatto può essere considerato di particolare tenuità.

La sentenza n. 30264 della Corte di Cassazione Penale, Sezione 1, del 2024, ha trattato il caso di un carabiniere che ha disobbedito a un ordine, ma la cui condotta è stata giudicata non punibile a causa della scarsa rilevanza offensiva del fatto.

I fatti

Nel luglio e agosto del 2022, un carabiniere in servizio presso la stazione di Schio, non ha eseguito l’ordine del suo superiore di liberare dai propri oggetti personali (un frigorifero, una libreria e alcuni imballi) la stanza assegnata, in vista dell’arrivo di nuovi colleghi. Il Tribunale militare di Verona, con sentenza del 13 aprile 2023, ha condannato l’imputato a 2 mesi e 20 giorni di reclusione militare per violazione dell’art. 173 del Codice penale militare di pace, che sanziona la disobbedienza a ordini militari.

In appello, tuttavia, la Corte militare ha riformato la sentenza di primo grado, dichiarando l’imputato non punibile per particolare tenuità del fatto, ai sensi dell’art. 131-bis del Codice penale.

Il ricorso del carabiniere


Il ricorrente ha contestato la sentenza d’appello, sostenendo che il ritardo nell’esecuzione dell’ordine non ha impedito in modo significativo l’operatività dei nuovi militari assegnati all’alloggio. La difesa ha argomentato che il fatto doveva essere considerato sotto il profilo della concreta portata offensiva della condotta e che l’evento si era limitato a ridurre lo spazio a disposizione dei nuovi colleghi, senza impedire loro di occupare l’alloggio. Inoltre, è stato evidenziato che l’imputato era in licenza durante una parte del periodo in cui avrebbe dovuto liberare la stanza.

Carabiniere e disobbedienza militare: la decisione della Cassazione


La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, sostenendo che, sebbene vi fosse un interesse legittimo dell’imputato a contestare la sentenza per evitare le conseguenze negative di una registrazione nel casellario giudiziale, il ricorso era infondato. La Corte ha ritenuto che il comportamento dell’imputato non fosse completamente privo di offensività, in quanto ha disatteso un ordine chiaro del superiore, compromettendo l’autorità gerarchica e potenzialmente favorendo condotte emulative.

Secondo la sentenza, la disciplina militare non è soltanto funzionale ai compiti istituzionali delle forze armate, ma anche al corretto svolgimento dei rapporti di convivenza all’interno delle caserme. Inoltre, il fatto che l’imputato fosse in licenza non rappresentava una giustificazione sufficiente, poiché aveva ricevuto l’ordine prima della partenza e non aveva predisposto nulla per garantire il rispetto dell’ordine durante la sua assenza.

Conclusione
La sentenza della Cassazione conferma che, anche nei casi in cui un fatto è considerato di particolare tenuità, la condotta deve essere valutata in termini di rispetto dell’autorità e del funzionamento delle strutture militari. Nel caso del carabiniere, la mancata esecuzione dell’ordine non è stata considerata priva di rilevanza penale, ma il giudice di secondo grado ha applicato correttamente l’art. 131-bis, escludendo la punibilità in virtù della scarsa gravità del disservizio causato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!