Una revisione delle strutture di vertice e un nuovo metodo di finanziamento del sistema Difesa. Sono due delle priorità indicate dal ministro Guido Crosetto in occasione dell’audizione sulle linee programmatiche del dicastero davanti alle commissioni riunite Difesa della Camera e Affari esteri e difesa del Senato.
«Stiamo vivendo una trasformazione storica»
È stata l’occasione per cogliere alcuni elementi che caratterizzano e caratterizzeranno la strategia dell’esecutivo Meloni in un ambito che, anche a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina, ha assunto un ruolo sempre più strategico sotto il profilo del perseguimento degli interessi nazionali.
Secondo Crosetto, stiamo vivendo una «trasformazione storica, dove vecchie e nuove potenze stanno ridisegnando i propri spazi vitali, dove i centri di gravità della geopolitica mondiale sono in continuo movimento e dove gli effetti distruttivi delle nuove conflittualità colpiscono le parti più inermi delle popolazioni. Direi – ha aggiunto – che questo presente sembra un ritorno in chiave tecnologicamente evoluta agli orrori dei conflitti mondiali del secolo scorso».
Serve una revisione delle strutture di vertice
Di qui l’esigenza di ragionare su un nuovo assetto, che coinvolga il sistema Difesa a 360 gradi. A cominciare dal processo decisionale. Occorre «avvicinare le decisioni ai centri dove risiedono le competenze», ha spiegato. «Il primo passo per realizzare questa condizione – ha chiarito il ministro – è una revisione del modello organizzativo della Difesa affinché al modello tradizionale-gerarchizzato si affianchi e si integri un modello più incline a favorire l’innovazione».
Serve pertanto «una profonda evoluzione in chiave interforze dello strumento militare sul piano ordinativo, logistico, tecnologico e normativo. Sono molte le iniziative da avviare per una simile condizione, a partire da una revisione delle strutture di vertice, che elimini le duplicazioni non dettate da esigenze di ridondanze operative e che consenta il miglioramento della qualità e del contenimento dei tempi nei processi di lavoro.
Occorre poi unificare i settori e i servizi comuni alle diverse forze armate». L’obiettivo «non è solo quello di ridurre i tempi di reazione in caso di un evento di pericolo bensì quello di anticipare le mosse dell’avversario ovvero di dotare la Difesa degli strumenti atti a maturare un vantaggio competitivo rispetto alle possibili minacce».
Nuovo modello di finanziamento
E poi occorre mettere mano al sistema di finanziamento della Difesa. Per arrivare a ciò, ha spiegato Crosetto, «il passo più importante è quello di definire un nuovo modello di finanziamento del settore Investimento della Difesa, basato su una “legge triennale sull’Investimento” e che accorpi in un’unica manovra i volumi finanziari relativi a 3 provvedimenti successivi, con profondità a 17 anni. Tale intervento – ha continuato il ministro – consentirebbe di supportare efficacemente la posizione nazionale ai tavoli internazionali dei vari programmi cooperativi, con positive ricadute sulle scelte di investimento ed occupazionali dell’Industria».
Unificare settori Spazio e Cyber
Una soluzione per rendere il sistema più in linea con le minacce attuali è quella di unificare i settori Spazio e Cyber. unificare settori Spazio e Cyber. «Proprio sul ruolo della Difesa nei domini Spazio e Cyber, quest’ultima dovrà farsi promotrice ed essere protagonista di un percorso che porti all’unicità di indirizzo strategico e di policy sia a livello nazionale che nell’ambito delle Organizzazioni internazionali di riferimento», ha detto Crosetto. «Sullo Spazio – ha poi aggiunto – serve costruire una legge che disciplini la governance dando alla Difesa quanto merita, visto che nel futuro possibile lo Spazio potrebbe essere un luogo non soltanto di opportunità tecnologica, ma anche di scontro tra Paesi».
Assicurare piena flessibilità nell’impiego delle Forze armate
C’è poi una questione che interessa direttamente l’impegno delle forze armate italiane nelle missioni internazionali. Secondo il ministro «si dovrà assicurare, nel pieno rispetto dei dettami Costituzionali e dei principi che ci legano alle Organizzazioni internazionali (la Nato, l’Onu e l’Unione europea), la piena flessibilità d’impiego delle Forze Armate in tutti gli scenari e in tutti i domini fisici e non fisici dove è messo a repentaglio il futuro delle nostre istituzioni democratiche».