Il supporto psicologico ai militari deve cambiare. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, lo dice senza giri di parole dopo i fatti di Asso: “L’attuale servizio per il supporto psicologico del ministero della Difesa rivolto al personale militare sarà completamente ripensato, anche in funzione del contesto sociale di oggi che presenta indubbiamente criticità maggiori rispetto al passato – ha sottolineato – Eventi come quello avvenuto nella giornata di ieri, presso la Stazione dei Carabinieri di Asso (Como), che ha comportato la scomparsa del Luogotenente dei Carabinieri Doriano Furcieri non dovranno mai più accadere”.
La storia dell’omicidio del comandante Furcieri, ucciso dal carabiniere Antonio Milia, ha scosso profondamente le istituzioni e l’opinione pubblica, in un periodo in cui sta crescendo – finalmente – l’attenzione verso la salute mentale. Milia era stato ricoverato in Psichiatria in passato, perché avrebbe mostrato una tendenza suicida e – in generale – problemi di disagio psicologico. Tanto che era stato sospeso proprio nel periodo in cui, all’inizio dell’anno, nella Stazione di Asso era arrivato il comandante Furcieri.
Il comandante non avrebbe voluto il reintegro di Milia, a cui nel frattempo era stata tolta anche la pistola d’ordinanza. Poi il rientro approvato dalla commissione medico ospedaliera nonostante il disappunto di Furcieri. Il comandante, così, avrebbe deciso di mettere il carabiniere forzatamente in ferie. Poi il folle gesto e la notte di paura, con Milia barricato nella Stazione.
Per il ministro Crosetto, perciò, è fondamentale che situazioni simili non si ripetano mai più. E ha già individuato il punto da cui partire: “È mia intenzione rivedere in maniera significativa e al più presto, il supporto psicologico al personale militare“, ha promesso.
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