I presunti falsi clienti, coloro che avrebbero firmato verbali di controllo degli scontrini nei negozi in modo fraudolento, sono stati convocati non come testimoni, ma come coindagati dalla Procura.
Di conseguenza, i giudici hanno nominato un avvocato d’ufficio per tutti loro e, utilizzando la facoltà di non rispondere, hanno di fatto ostacolato il procedimento legale presso il Tribunale di Monza.
Questa strategia difensiva ha costretto l’accusa a richiedere l’assoluzione per insufficienza di prove per sette dei dieci membri delle Fiamme gialle, in servizio nel 2017 presso il Gruppo di Sesto San Giovanni, accusati di una ventina di reati di falso in atto pubblico e, in un caso, anche di induzione indebita a dare denaro o utilità. Quest’ultimo caso riguarda un finanziere accusato di aver portato via una camicia fatta a mano da un negozio senza pagarla.
Il pubblico ministero presso il Tribunale di Monza ha richiesto una condanna a 16 mesi e due condanne a 12 mesi di reclusione per gli altri imputati, per i quali è stata documentata la prova che il presunto cliente falso era amico di un finanziere che, al momento del controllo fiscale, si trovava a chilometri di distanza, ma la sua firma risultava nel documento.
Secondo l’accusa della Procura di Monza, i rappresentanti delle Fiamme gialle avrebbero visitato vari esercizi commerciali, chiedendo ai titolari di emettere scontrini fasulli e attribuendoli a clienti inventati durante i controlli.
La difesa degli imputati della Guardia di Finanza ha l’obiettivo di smontare le accuse mosse contro di loro, richiedendo tuttavia l’assoluzione completa con formula piena. Si sostiene che i controlli effettuati fossero comunque corretti e che questi membri delle Forze dell’Ordine, da quattro anni, hanno subito il blocco della loro carriera e dei concorsi a cui avrebbero partecipato.
Ora si attende che il Tribunale di Monza si pronunci sulla vicenda con una sentenza che ci sarà a gennaio.