In manette la moglie di un recluso e un agente penitenziario. Dalle indagini degli investigatori è emersa l’introduzione di cellulari in carcere. Continuano le polemiche sui problemi di sicurezza e carenza di organico nei penitenziari
Svolta nelle indagini sull’evasione dal carcere sardo Badu ‘e Carros del 39enne boss della mafia gargana Marco Raduano. La Squadra Mobile di Nuoro ha arrestato due persone, la moglie di un detenuto e un agente di Polizia penitenziaria, che potrebbero avere avuto un ruolo importante nell’escogitare la fuga del boss pugliese dal carcere di massima sicurezza nuorese. Gli arresti arrivano a pochi giorni di distanza dalla visita a Badu ‘e Carros della commissione Giustizia della Camera dopo le denunce dei sindacati per i problemi di sicurezza e carenza di organico.
L’uomo è latitante dal 25 febbraio scorso
Il detenuto Marco Raduano è fuggito dal carcere nuorese il 25 febbraio scorso calandosi dal muro di cinta del penitenziario con delle lenzuola annodate. Da quel giorno di lui si sono èerse le tracce. Dalle indagini gli investigatori avrebbero ricostruito un passaggio di denaro in cambio dell’introduzione all’interno dell’istituto di detenzione di uno o più telefoni cellulari.
Sopralluogo in carcere
La commissione Giustizia della Camera ha varcato i cancelli del carcere di Badu ‘e Carros, a Nuoro il 31 marzo scorso. In testa al corteo dei deputati arrivati al penitenziario, il presidente della commissione Giustizia Pietro Pittalis (Fi) che ha dichiarato: “E’ un’occasione che serve per farci un’idea chiara di ciò che è necessario fare perché le carceri siano in sicurezza”. Poi ha aggiunto: “Con la Finanziaria 2023 è stata previsto l’assunzione di mille agenti di polizia penitenziaria per colmare il vuoto di organico e dare risposte alle richieste dei sindacati”.