Proprio una “classe di ferro” quella del 1918, anno di nascita di Renato Quaglia, maresciallo in quiescenza dei Carabinieri Reali, astigiano d’adozione, che ha spento 105 candeline.
A festeggiarlo, nella casa di cura Fondazione Opera Pia Garelli di Garessio (Cuneo), oltre alla figlia Zenaide e ai nipoti, era presente una rappresentanza dei Carabinieri di Asti, Cuneo e Mondovì e l’Amministrazione comunale.
“Per 60 anni non ha visto un medico ed è arrivato in salute a questo traguardo eccezionale; ha un fisico forte, come lui stesso riconosce”, il commento dalla struttura che ospita l’ex militare che ha conosciuto anche gli orrori dei lager nazisti, durante la Seconda Guerra mondiale. E fissa i suoi ricordi anche di quel tempo su fogli bianchi, battendo i tasti di una macchina per scrivere.
Nato nel 1918, a Cerrina Monferrato, in provincia di Alessandria, Renato Quaglia si è arruolato nei carabinieri, allora “Reali”, da giovanissimo, a 21 anni, prestando servizio prima al Palazzo Reale di Torino come guardia a cavallo e, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, in Grecia, per poi essere internato come Imi in un campo di lavoro in Germania.
Rientrò in Italia il 25 settembre 1945. Dopo la guerra è stato a Pollenzo e, a lungo, sempre da carabiniere nell’Albese. Infine ha concluso la sua carriera militare tra Canelli e Asti. E’ cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana