Il Viminale ha smentito l’interpretazione data dalla Gelmini che nei giorni scorsi aveva dato un pò di speranza ai ristoratori, spiegando che c’era comunque possibilità di restare al tavolo fino alle 22, senza rischiare una multa nel tragitto di ritorno a casa.
La conferma, quindi, che il “coprifuoco” prevede il ritorno a casa entro le 22. Una regola che vale anche per chi è a cena fuori.
E non è mancato il rimprovero alla Gelmini, con il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia, che ha affermato:
“Se c’è qualcosa da dire sugli aspetti di sicurezza non è il caso lo faccia la ministra degli Affari regionali, in quanto in Italia l’unica voce credibile e autorità competente in questo senso è quella del ministro dell’Interno”. Dichiarazioni, quelle della Gelmini, che creano solamente confusione, sia nei cittadini che nelle Forze dell’Ordine che avranno il compito di vigilare.
Sibilia fa notare che nel decreto viene specificato che il coprifuoco è fissato alle 22 e quello è l’orario in cui già bisogna stare a casa. Un concetto che era già stato sottolineato ieri dalla circolare inviata dal capo di gabinetto, Bruno Frattasi, ai prefetti.
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