Dopo il rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici delle funzioni centrali, arriva quello per il comparto difesa e sicurezza. Quasi cinquecentomila operatori coinvolti: il precedente contratto, il primo dopo nove anni di blocco, era scaduto già da due anni. L’accordo riconosce aumenti economici a regime di circa 128 euro medi lordi mensili, comprese le competenze accessorie, con riferimento all’intero comparto, pari a un incremento percentuale del 4,26 per cento sulla retribuzione media relativa all’anno 2018. Nel dettaglio, l’incremento medio sul solo trattamento stipendiale è di circa 100 euro lordi mensili con riferimento all’intero comparto. Il protocollo d’intesa ha ottenuto ieri semaforo verde a Palazzo Vidoni ed è stata controfirmata dai cinque ministeri coinvolti: quello della Pubblica amministrazione, l’Interno, la Giustizia, la Difesa e l’Economia.
L’incremento medio lordo stimato sarà di 110 euro per le forze armate, leggermente inferiore per la Polizia di Stato (105 euro). In arrivo pure 1500 euro di arretrati. L’intesa per il triennio 2019-2021, sottoscritta da tutte le parti sociali, impatta su 430.000 addetti della polizia di Stato, della polizia penitenziaria, dell’arma dei carabinieri, della guardia di finanza e delle forze armate.
LE REAZIONI
Così il ministro Renato Brunetta: «L’accordo arriva dopo una trattativa serrata, cominciata nel maggio scorso. Mi sono impegnato con gli altri ministri coinvolti per risolvere le problematiche aperte e chiudere il rinnovo entro l’anno. Era doveroso riconoscere il ruolo e le funzioni, con il concetto della specificità che sono stato io a introdurre anni fa, del personale più direttamente coinvolto nelle funzioni di tutela della legalità, della difesa e della sicurezza, sempre in prima linea durante questi due anni di pandemia». Soddisfatta la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese: «Il contratto riconosce concretamente la specificità del ruolo e dei compiti degli operatori e valorizza le attività peculiari di ciascuna forza di polizia». Per la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, «il nuovo contratto riconosce i sacrifici della polizia penitenziaria», mentre per il numero uno della Difesa Lorenzo Guerini non sono comunque escluse «ulteriori iniziative a tutela delle donne e degli uomini delle forze armate e delle forze di polizia».
Più nello specifico, l’intesa istituisce varie indennità finalizzate a riconoscere le attività peculiari effettuate da ogni singolo corpo e forza, prevedendo l’istituzione di appositi istituti accessori per il controllo del territorio, per il servizio espletato presso i singoli istituti di pena, per l’attività di verifica ispettiva tributaria per il contrasto all’evasione fiscale, nonché una serie di indennità operative per le specifiche attività delle forze armate, svolte sia sul territorio nazionale che durante le missioni all’estero.
I DETTAGLI
Inoltre viene istituita una indennità ad hoc per compensare impieghi e funzioni del personale del settore cyber, che fronteggia attacchi informatici alle infrastrutture strategiche del Paese.
Lato sindacati. Il delegato Cocer dell’esercito, Francesco Gentile, ha definito il rinnovo «un passo in avanti verso la definizione completa della specificità del comparto difesa e sicurezza . Per il Sap, il sindacato autonomo di polizia, si tratta di un accordo che alla luce del blocco dei rinnovi contrattuali dal 2009 al 2018 «non risulta pienamente soddisfacente». In compenso, «tenuto conto degli impegni assunti dal governo, che si stanno concretizzando nella legge di Bilancio, gli interventi complessivamente operati possono consentire un rilancio del comparto». L’accordo introduce novità importanti in materia di tutela della genitorialità, di congedo solidale, che prevede in particolare la cessione delle ferie per assistere i figli minori con necessità di cura e assistenza costante. Inizia ora l’iter procedurale che porterà al recepimento dell’intesa appena siglata: i riconoscimenti retributivi arriveranno nei primi mesi del 2022, tra febbraio e marzo.