Contratto Forze di Polizia: gli ultimi aggiornamenti relativi alle ultime riunioni del tavolo tecnico alla Funzione Pubblica

contratto forze armate e di polizia
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Nelle giornate del 22 e 24 novembre sono proseguiti i lavori a Palazzo Vidoni del tavolo tecnico relativo al rinnovo del Contratto di lavoro per il personale non dirigente della Polizia di Stato per il triennio 2019-2021.
Si è proceduto all’esame di un’ipotesi di accordo – ancora parziale – afferente la parte normativa e il trattamento economico fisso e accessorio, mantenendo l’impostazione governativa di ripartizione delle risorse economiche, stanziate per il rinnovo contrattuale, nella misura dell’80% in favore del trattamento economico fondamentale (parametro e indennità pensionabile) e il 20% per il trattamento economico accessorio.


Abbiamo ribadito ancora una volta la nostra contrarietà a siffatta ripartizione, attesa la ristrettezza dei finanziamenti, che, a nostro avviso, dovrebbe essere rivista prevedendo il 90% per il trattamento economico fisso e il rimanente 10% potrà essere assegnato per gli emolumenti accessori: soluzione che ci permetterà di salvaguardare oggi lo stipendio e domani la pensione di tutti.
Quello che si sta portando avanti al tavolo negoziale è ancora un lavoro in divenire, caratterizzato da continue rimodulazioni sul collocamento delle poche risorse disponibili: ora per accrescere di qualche euro lo stipendio ora per incrementare in maniera minimale l’importo di qualche indennità, togliendo o aggiungendo su una o su un’altra voce di spesa, nel nobile intendo di cercare di riconoscere più benefici economici alle diverse fattispecie retributive, ma con l’evidente rischio di lasciare tutti scontenti.
L’amara realtà è che la coperta degli stanziamenti economici è troppo corta, per cui il Governo dovrebbe prendere atto della necessità di finanziare il trattamento economico accessorio – unitamente alla previdenza dedicata, alla tutela legale, alla responsabilità civile e alla tutela sanitaria – nel “Pacchetto specificità” per il Comparto Sicurezza e Difesa con la legge di bilancio in discussione in Parlamento.
Di tutte queste rivendicazione, nel disegno della legge di bilancio, in risposta alle continue iniziative a tutela dei colleghi, finalmente è presente uno stanziamento per migliore le pensioni dei Poliziotti.

All’art. 27 è prevista l’istituzione di un fondo da destinare all’adozione di provvedimenti normativi volti alla progressiva perequazione del relativo regime previdenziale, attraverso l’introduzione, nell’ambito degli istituti già previsti per il medesimo personale, di misure:
a) compensative rispetto agli effetti derivanti dalla liquidazione dei trattamenti pensionistici
per il personale in servizio il giorno precedente la data di entrata in vigore del relativo provvedimento normativo;
b) integrative delle forme pensionistiche complementari di cui all’articolo 26, comma 20,
della legge n. 448 del 1998, per il personale immesso nei ruoli delle Forze armate, delle Forze di
polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, a decorrere dalla data di entrata in vigore del relativo
provvedimento normativo.

E all’art. 28 è disposta l’applicazione anche al personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile dell’articolo 54 del decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092, ponendo, finalmente, termine all’ingiusta sperequazione – da noi denunciata – subita negli anni rispetto ai militari.
Sul tema della prestazione di lavoro straordinario, abbiamo colto con viva soddisfazione che la nostra storica posizione sia diventata patrimonio comune anche di altre OO.SS. – ma ancora rigettata dalla delegazione di parte pubblica – ovvero trovare un meccanismo che lo autoalimenti, senza drenare risorse dal Contratto.

Occorre superare la grave situazione oggi esistente in cui un’ora di lavoro straordinario viene pagata meno di un’ora di lavoro ordinario, “legalizzando” prestazioni lavorative aggiuntive sottopagate, a cui l’operatore non può esimersi, con la beffa di vedersi corrispondere il misero dovuto anche dopo un anno.
Con riferimento agli emolumenti accessori, si sta valutando di individuare al primo livello di contrattazione un’indennità caratterizzante per ciascun corpo di polizia che, per la Polizia di Stato, potrebbe essere il “Controllo del territorio”, oggi retribuito annualmente con il FESI.
Così facendo da gennaio prossimo gli operatori interessati lo ritroverebbero mensilmente corrisposto nella busta paga.
Mentre i fondi del FESI oggi impiegati per tale compenso verrebbero destinati per ristorare altre fattispecie lavorative.

In ultimo, per quanto attiene la parte normativa, l’ulteriore schema di articolato che ci è stato sottoposto (relativo a Congedo e riposo solidale, Trattamento economico di trasferimento, Tutela della genitorialità, Congedo per donne vittime di violenza di genere, Congedo ordinario, Congedo parentale, Congedo per aggiornamento scientifico e Congedi straordinari e aspettativa), è ancora insoddisfacente.
Pur riconoscendo alla parte pubblica l’accoglimento di parte delle nostre proposte, presenta troppe criticità che vanno superate.
Giusto per fare qualche esempio: per il congedo e riposo solidale manca la previsione di un organismo paritetico di garanzia, per trattamento economico di trasferimento non è stata prevista l’estensione dell’istituto ai casi di assegnazione d’autorità fuori sede nel passaggio di ruolo, per la tutela delle genitorialità non è contemplato l’esonero a domanda dal turno notturno a chi assiste soggetti disabili non in situazioni gravità, per il congedo ordinario permane il mantenimento della penalizzazione “compatibilmente con le esigenze di servizio” e non è stato prevista la reiterazione dell’invito a fruire il congedo dell’anno precedente ancora non goduto, prima di disporlo d’ufficio,
ecc.
Ovviamente rimane ancora in piedi la trattazione di tutto il resto della parte normativa, per una rivisitazione generale degli istituti che regolano il rapporto di lavoro, migliorando anche il sistema delle relazioni sindacali, disciplinando la partecipazione di tutte le OO.SS. negli organismi paritetici, l’adozione di termini perentori per gli adempimenti contrattuali da parte dell’Amministrazione, realizzando un rapporto simbiotico tra l’efficienza dei servizi e le esigenze del personale.

Fonte: silpcgil.it

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