«Comportamento antisindacale»: condannato il ministero della Difesa a Taranto

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«Il ministero della Difesa è stato condannato dal tribunale di Taranto per comportamento antisindacale. Dichiarati illegittimi i procedimenti disciplinari assunti dalla Direzione generale per il personale civile contro i rappresentanti sindacali dell’Arsenale di Taranto nello svolgimento dell’attività sindacale».

Così, in una nota stampa congiunta, i coordinamenti Difesa di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa. «Le pronunce sui ricorsi presentati da Fp Cgil e Uil Pa, a cui fa seguito il ricorso presentato da Cisl Fp e che si discuterà a Roma, il prossimo 13 luglio – spiegano i sindacati – rendono giustizia all’ennesimo scivolone della Direzione generale del personale civile, ora più che mai nella bufera.

Nella sentenza il giudice sottolinea come il procedimento disciplinare sia stato avviato in maniera indiscriminata non per sanzionare il comportamento dei singoli ma per “reagire alle attività dei rappresentanti sindacali” e che finanche nelle proposte di proscioglimento per alcuni rappresentanti “è manifesta l’intenzione (di Persociv) di stabilire i limiti della legittimità dell’azione sindacale”». 

«Il ministro Crosetto ci ascolti»

«Un atto di accusa gravissimo – specificano i coordinatori – che conferma quanto da noi sostenuto ormai da lungo tempo: nella Direzione del personale civile e in tante parti delle articolazioni civili e militari del ministero, si è radicato un sistema ostile ai lavoratori civili e al sindacato confederale.

Eppure avevamo avvisato in tempo il vertice politico di quanto stava accadendo invitandolo a ritirare i procedimenti perché erano evidenti le finalità discriminatorie e antisindacali. Ci auguriamo ora che il sistema tragga le naturali conseguenze e siano individuate le responsabilità, anche personali.

Auspichiamo inoltre che il ministro Crosetto voglia dare un forte segnale di discontinuità con il passato nella gestione delle relazioni sindacali e convochi al più presto le organizzazioni sindacali per dare risposte sui concorsi falliti, sulle risorse sottratte, sulla mancanza di trasparenza anche in tema di informazioni necessarie per la definizione dei contratti integrativi».

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