Prestare servizio nel Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) in Albania si rivelerà conveniente per gli agenti di Polizia penitenziaria, poliziotti, carabinieri e finanzieri. Oltre a vitto e alloggio, riceveranno un’indennità di 100 euro al giorno, con il biglietto pagato per rientrare a casa. Circa 300 operatori saranno coinvolti, con un costo giornaliero stimato di 30 mila euro, ovvero 900 mila euro al mese.
Questo ha portato a una grande affluenza di candidature per il carcere di Gjader, che ospita 24 detenuti e dispone di 45 posti per il personale. Le richieste pervenute hanno già superato le 3 mila, attratte anche dai 130 euro lordi in più al giorno per un periodo di servizio di 4-6 mesi, con il rientro in Italia a spese dell’amministrazione.
Secondo “La Stampa”, le cifre sono allettanti, ma i sindacati di polizia esprimono preoccupazioni. Gennarino De Fazio della Uilpa penitenziaria osserva che il rapporto tra agenti e detenuti sarà sproporzionato rispetto all’Italia, con una spesa elevata in un momento di emergenza carceraria. Il Cpr in Albania, che avrebbe dovuto essere inaugurato a giugno 2024, ha subito ritardi ed è ancora in attesa di apertura a settembre.
Il centro vero e proprio ospiterà 1120 persone che non saranno detenuti in senso stretto ma non potranno uscire, similmente a quanto avviene nei Cpr italiani. A Shengjin, l’hotspot potrà accogliere 300 persone e sarà sorvegliato da un contingente interforze, con carabinieri, poliziotti e altri agenti impiegati per un mese, salvo eccezioni, ricevendo un’indennità giornaliera di 100 euro con vitto e alloggio a carico dell’amministrazione.