È il quinto giorno consecutivo di percussioni sparate a ritmi forsennati, di droghe sintetiche (e non) e di polemiche. Il rave abusivo al lago di Mezzano, al confine tra il Lazio e la Toscana, va avanti a dispetto di tutto.
Le pile di casse del Teknival Space Travel, così si chiama il party illegale che ha sconvolto l’alta Tuscia, non hanno smesso di battere nemmeno davanti alla morte di Gianluca Santiago. Non le ha spente neanche la tragedia del 24enne anglo-emiliano, annegato nello specchio d’acqua a due passi dalla festa la sera di Ferragosto.
Figurarsi la reazione davanti alla minaccia del Covid: uno dei tre ragazzi finiti in ospedale in coma etilico è risultato positivo al tampone, ma nessuno dei 10 mila giovani arrivati da tutta Italia e mezza Europa pare dar troppo peso alla notizia: no mask e assembramenti.
Per l’imbarazzo delle forze dell’ordine, i raver tirano dritto. Si sentono intoccabili. Di fatto fin qui lo sono stati. Per il questore di Viterbo, Giancarlo Sant’Elia, “lo sgombero è impossibile. Ci sono migliaia di partecipanti sparpagliati su un’estensione di 30 ettari e il contesto operativo è quello che è”.
[sc name=”pubblicit” ][/sc]Insomma, ormai tir e camper sono lì. Si evita lo scontro. “Abbiamo commesso errori? Non intendo rispondere. Abbiamo aperto una trattativa per chiudere questa storia nel modo più indolore possibile e su questo punto abbiamo l’appoggio del prefetto e del Viminale. Volevano restare qui fino al prossimo lunedì. Ma speriamo che i contatti stabiliti con gli organizzatori, un gruppo di francesi, diano frutti in pochissimi giorni”, riprende il questore.
Che poi ricostruisce le prime ore, l’invasione dei camion: “Ci siamo trovati una colonna di mezzi pesanti già nel campo. Le prime segnalazioni sono arrivate nel cuore della notte tra il 13 e il 14 agosto e quando siamo arrivati stavano già allestendo gli impianti”.
Neppure la Digos è riuscita a intercettare per tempo i propositi degli organizzatori. Il vecchio passaparola è sfuggito al monitoraggio dei social. Sui gruppi Facebook frequentati dai partecipanti c’è solo una regola: “Non date informazioni qui sulle feste. La privacy prima di tutto”.
L’obiettivo è sfuggire a polizia e carabinieri per mettere a segno il blitz di turno. “Come funziona? Arriva una mappa di massima, si chiedono passaggi, si esplora, si arriva e poi c’è la musica”, racconta Matilde Fresi, 22enne in uscita dal rave e “nella vita normale” studentessa a Milano. Non è la prima volta che visita il viterbese. Tre anni fa qui è andato in scena il rave di Montalto di Castro, accanto all’ex centrale nucleare. Quattro giorni. Anche lì nessuno sgombero. “Coi tir non si scherza”, dice un investigatore.
Allora, anche stavolta, non resta che attendere l’esito della trattativa. I primi spiragli filtrano dal web. “Domani (oggi, ndr) smontano tutto. È morto un altro ragazzo”, scrive Andrea in un gruppo Telegram. In un altro, Damien in francese annuncia: “Rischia di finire tutto per mercoledì”. Le tempistiche, pure se via mail rimbalzano annunci per pullman in partenza da Pisa in direzione party, combaciano. Si vedrà.
Nel frattempo l’area è stata cinturata da mezzi della polizia. Chi esce non rientra più, a meno che non abbia voglia di farsi almeno 6 chilometri a piedi per boschi e vie sterrate. Una fortuna, perché la situazione pare sempre più grave.
Alla morte di Santiago si è aggiunta un’altra presunta vittima. C’è chi parla di overdose, scommettendo su mdma, ketamina e xanax. Chi di un infarto sotto cassa. La questura per ora smentisce, il 118 vigila. Confermate, invece, due denunce per violenza sessuale. Mentre il numero dei ragazzi in coma etilico è salito a tre. Tra loro, come detto, c’è il giovane contagiato dal coronavirus. Viaggiava in carovana verso il rave quando si è sentito male all’altezza di Grossetto ed è stato portato in ospedale.
Dentro al rave party sul lago di Mezzano: almeno 5 mila a ballare senza mascherine
Caso isolato? No, perché gli amici con cui ha viaggiato sono al party. Il focolaio potrebbe essere già partito tra i partecipanti in trance. “E non solo lì”, attacca il sindaco di Grotte di Castro. Si chiama Piero Camilli, è l’ex presidente del Grosseto e della Viterbese e pure il proprietario del campo occupato: “Questi ragazzi girano per i paesini con i loro cani, vanno al bar. Fanno la spesa”.
Qualcuno si sarebbe pure concesso un po’ di relax alle terme di Saturnia. Insomma, la situazione è fuori controllo e anche il primo cittadino di Valentano, il comune del lago di Mezzano, è infuriato. Per Stefano Bigiotti, “le forze dell’ordine devono intervenire al più presto”. Altro che trattativa.