I carabinieri hanno fermato un 33enne marocchino con precedenti di polizia che si aggirava brandendo un grosso coltello. Di nuovo paura a Catania dopo l’aggressione di due poliziotti da parte di un gambiano.
Si aggirava in stato confusionale brandendo minacciosamente un machete. Quasi un déjà vu, una scena purtroppo già vista. E pure di recente. A pochi giorni dall’aggressione di due poliziotti da parte di un gambiano presente irregolarmente in Italia, a Catania è tornata la paura.
Nella notte, i carabinieri del nucleo radiomobile del comando provinciale hanno fermato infatti un 33enne marocchino sorpeso in piazza Papa Giovanni XIII, nell’hinterland cittadino, mentre impugnava un grosso coltello. Ad avvisare i militari era stato un cittadino, che lamentava la presenza di un uomo dagli atteggiamenti minacciosi e in condizioni psico-fisiche non particolarmente lucide.
Al loro arrivo sul posto indicato, i carabinieri hanno trovato il nordafricano, con precedenti di polizia e senza fissa dimora, che vagava agitando in aria l’affilata lama. Seguendo le procedure operative previste in tali circostanze, gli uomini dell’Arma sono riusciti a bloccare il soggetto e a disarmarlo, evitando così possibili scenari ben preggiori e ulteriori minacce alla pubblica incolumità.
Il giovane marocchino, è stato quindi denunciato all’autorità giudiziaria in quanto ritenuto responsabile di “porto di armi od oggetti atti ad offendere”. L’episodio, riportato dalle cronache locali, non ha fatto altro che aumentare l’apprensione tra i cittadini, spaventati da un susseguirsi di eventi allarmanti.
Nei giorni scorsi, proprio nel capoluogo di provincia siciliano, due agenti erano stati aggrediti e feriti con un collo di bottiglia e un anello “uncinato” da un cittadino cambiato accusato poi di resistenza a pubblico ufficiale e tentato omicidio. “
Vi uccido!”, aveva gridato l’uomo, scagliandosi improvvisamente e con violenza contro i poliziotti.
Ora, la notizia di quel nordafricano con un machete tra le mani, fermato per fortuna senza che nessuno si facesse male. Prima ancora che venisse segnalato questo secondo episodio, dal governo si era levata la solidarietà agli uomini delle forze dell’ordine esposti spesso a rischi e minacce, assieme alla promessa di un sostegno normativo alla loro azione di tutela della pubblica sicurezza.”Due poliziotti sono stati aggrediti con cocci di bottiglia e tira pugni artigianali, realizzati con fil di ferro da un gambiano irregolare sul territorio nazionale, seriamente feriti e vivi per miracolo.
Ogni 3 ore in Italia si consuma un atto di violenza, minaccia e aggressione alle Forze di Polizia. Tutto ciò è inaccettabile e non più tollerabile”, ha scritto il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, Nicola Molteni, assicurando che con il nuovo “pacchetto sicurezza” annunciato dal premier Meloni e dal ministro Piantedosi “sarà previsto un quadro legislativo aggiornato a tutela delle forze di polizia”.
E ancora: “Proteggere le forze di polizia, il loro operato, i loro sacrifici per il bene del Paese è un atto di civiltà verso operatori del comparto sicurezza che ogni giorno sono al fianco dei cittadini per difenderne diritti e libertà.
Insieme e accanto alle rappresentanze sindacali della Polizia di Stato lavoriamo per tutelare le prerogative del comparto sicurezza. Chi mette le mani addosso a un poliziotto aggredisce lo Stato e ciò va duramente sanzionato”. E pensare che, invece, a sinistra c’è chi vorrebbe “schedare” i poliziotti.