Casse di Previdenza Forze Armate: ASPMI chiede l’intervento del Ministro Guerini

cassa previdenza Forze Armate

Il processo di revisione delle Casse di Previdenza delle Forze Armate, in piena aderenza con quanto da anni suggerito dagli Organi di controllo, è stato avviato, due anni or sono, al fine di razionalizzare la materia, omogeneizzare i trattamenti tra Forze Armate e i singoli ruoli, superare le attuali anacronistiche disparità di trattamento ed eliminare alcune penalizzazioni in essere. Ad oggi, però, riscontriamo che non è stato avviato alcun iter legislativo.

Il pacchetto rappresenta la volontà unanime di tutti gli Stati Maggiori, del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e della Rappresentanza Militare, nonché avallato dagli Organi collegiali della Cassa, nel cui ambito, oltre all’esperto attuariale che ha partecipato ai lavori, sono presenti esponenti della Corte dei conti e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Inoltre, il contenuto normativo è strutturato affinché la nuova sostenibilità delle casse di previdenza dia un notevole incremento della liquidità, contestualmente all’aumento della redditività dei fondi, oltre ad una “boccata d’ossigeno” al personale, mediante la possibilità dell’avvio di una attività creditizia a tassi agevolati.

Tale richiesta di intervento legislativo è molto sentita e richiesta dal personale, soprattutto da quello più giovane, sia per quanto riguarda l’istituzione della Cassa Graduati F.A. (la Cassa per Carabinieri e Brigadieri è una realtà da quasi 30 anni) sia per la possibilità dei vari Sodalizi di erogare prestiti a condizioni vantaggiose rispetto a quelle di mercato.

Ad oggi, non è più di facile comprensione come una categoria considerata economicamente debole e ad alto rischio, per quanto concerne la materia previdenziale, non benefici delle stesse possibilità offerte ai colleghi dei Carabinieri e della Finanza.

ASPMI chiede con forza al Sig. Ministro della Difesa, On. Le Lorenzo Guerini, di velocizzare il processo di canalizzazione delle modifiche legislative che, al momento, parrebbero arenate a forza di incomprensibili “rimbalzi” burocratici tra i diversi uffici.

Non vorremmo e lo scongiuriamo, che proprio questo andirivieni di fascicoli sia la volontà, chiara ed esplicita, di non voler portare a conclusione un procedimento di revisione ormai non più procrastinabile e insabbiare, in chissà quale cassetto, una modifica normativa necessaria per il personale tesa a sanare definitivamente le evidenti sperequazioni in atto.

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