Laura Ziliani sarebbe stata soffocata e poi seppellita. Sono le conclusioni avanzate dal medico legale che ha depositato la relazione definitiva sull’ex vigilessa scomparsa l’8 maggio e ritrovata cadavere ad agosto tra la vegetazione vicino al fiume Oglio a Temù (Brescia). Sono stati esclusi il suicidio e la morte per cause naturali. La Procura di Brescia sarebbe ora pronta a chiudere le indagini.
Come riporta il Giornale di Brescia, il professor Andrea Verzeletti, direttore della Medicina legale degli Spedali civili di Brescia, ha depositato al pubblico ministero Caty Bressanelli la relazione definitiva dell’autopsia sul corpo della 55enne.
Dal 24 settembre sono in carcere, con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, Paola e Silvia Zani, due delle tre figlie di Laura Ziliani, e Mirto Milani, il fidanzato della maggiore. I tre sono sempre rimasti in silenzio.
La relazione medico-legale – L’ipotesi dei medici è che la donna sia prima stata stordita con ansiolitici e poi soffocata in modo non violento, quando non era ormai in grado di reagire. Non è stato dunque il mix di farmaci a provocare la morte di Laura Ziliani, nonostante la quantità di ansiolitici fosse “estesa alla maggior parte degli organi”. Vista l’assenza di segni di violenza e fratture, l’ipotesi soffocamento è ritenuta la più probabile.
C’è però un particolare che continua ad alimentare il giallo di Temù. Al momento del ritrovamento il cadavere della donna era ben conservato, nonostante fossero passati 90 giorni dalla scomparsa. Dall’analisi dei tessuti prelevati in fase di autopsia, i medici hanno potuto appurare che il corpo è stato seppellito. Motivo per cui, a parte il viso ormai irriconoscibile, non è stato eccessivamente segnato dagli eventi atmosferici tra la primavera e l’estate.