Nell’inseguimento i carabinieri hanno rispettato le regole – Secondo le prime valutazioni della procura, non ci sarebbero state violazioni di regole, protocolli o norme penali nell’inseguimento che, il 24 novembre scorso, si è concluso con la tragica morte di Ramy Elgaml, 19 anni. Il giovane era a bordo di uno scooter guidato dall’amico Fares Bouzidi, 22 anni, e si trovava in fuga dopo non essersi fermato all’alt dei carabinieri. L’inseguimento è durato circa otto chilometri.
«Nell’inseguimento i carabinieri hanno rispettato le regole»: Le indagini e il video della bodycam dei carabinieri
Il 17 gennaio, gli inquirenti hanno ascoltato come testimone il carabiniere che quella notte indossava una bodycam. Le riprese, trasmesse dal programma televisivo Dritto e Rovescio, (CLICCA PER IL VIDEO) mostrano l’arrivo della pattuglia sul luogo dell’incidente e le prime fasi dei soccorsi. Nel video, Fares afferma: «Mi hanno sbattuto. I carabinieri mi hanno fatto cadere.» Quando una soccorritrice gli chiede il motivo della fuga, risponde: «Non ho la patente.»
Le immagini proseguono in ospedale, documentando i momenti in cui i militari informano la sorella di Ramy del decesso del giovane. Tali riprese non risultano però agli atti dell’inchiesta, spingendo i magistrati a convocare il carabiniere per chiarimenti.
Il militare, non indagato ma già perquisito, ha dichiarato di aver consegnato il materiale insieme agli altri video registrati. Ora sono in corso verifiche per accertare se il mancato deposito delle immagini sia dovuto a problemi tecnici o ad altre responsabilità.
Indagini sulla dinamica e prossimi passi
Proseguono gli accertamenti per ricostruire l’incidente avvenuto all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, per il quale risultano indagati per omicidio stradale sia Fares Bouzidi che il vice brigadiere alla guida della pattuglia. Una consulenza cinematica, attesa ai primi di febbraio, dovrà fare luce sulla dinamica esatta dell’episodio.
Il caso rimane al centro dell’attenzione, con l’obiettivo di chiarire ogni dettaglio e stabilire eventuali responsabilità, sia dei militari coinvolti sia dei ragazzi in fuga.