Caso Diciotti – La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un gruppo di migranti eritrei che, nel 2018, furono costretti a rimanere per giorni a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera italiana. Il divieto di sbarco, imposto dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, è stato ritenuto illegittimo e fonte di danni morali. Il Governo italiano dovrà risarcire i migranti, ma la quantificazione dell’indennizzo spetterà ai giudici di merito.
Caso Diciotti Cassazione: il divieto di sbarco non è un atto politico insindacabile
I giudici delle Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito un principio chiaro: il divieto di sbarco non è un atto politico sottratto al controllo della magistratura. Nella sentenza si legge:
“Va certamente escluso che il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale. Non rappresenta un atto libero nel fine, ma una scelta che deve rispettare i diritti fondamentali della persona.”
Il provvedimento evidenzia inoltre che il soccorso in mare è un obbligo sancito dal diritto internazionale e prevale su qualsiasi norma o accordo bilaterale volto al contrasto dell’immigrazione irregolare.
Un migrante: “Non voglio il risarcimento, ma giustizia”
Uno dei migranti trattenuti a bordo della Diciotti ha commentato la sentenza attraverso il suo legale:
“Non mi interessava il risarcimento, ma che fosse accertata la responsabilità di chi ha preso quelle decisioni. Ci hanno privato della libertà senza che avessimo commesso alcun reato.”
L’avvocato che assiste il cittadino eritreo, ha sottolineato che la sentenza riafferma un principio fondamentale: “I diritti umani fondamentali sono tutelati a prescindere dalla cittadinanza, dal colore della pelle o dall’estrazione sociale.”
Obbligo di sbarco in tempi brevi
La Cassazione ha ribadito che, una volta effettuato il soccorso, lo sbarco deve essere organizzato nel minor tempo possibile. Nel caso della Diciotti, i migranti rimasero bloccati per 10 giorni, una condotta ritenuta lesiva dei loro diritti.
Le conseguenze giuridiche del caso Diciotti
L’inchiesta sulla vicenda portò all’indagine per sequestro di persona nei confronti di Matteo Salvini. Tuttavia, dopo un lungo iter giudiziario, il Senato negò l’autorizzazione a procedere, portando all’archiviazione del caso.
La sentenza della Cassazione segna ora una svolta importante, affermando che le scelte politiche non possono violare i diritti fondamentali delle persone.