Sul caro benzina adesso vuole vederci chiaro anche la Guardia di Finanza: dopo il colpo di scena con i nuovi aumenti nemmeno 24 ore dopo il calo di 25 centesimi promesso dal governo, sarà attivato un piano straordinario di verifiche sulle comunicazioni relative al prezzo medio di acquisto, produzione e vendita dell’energia elettrica, del gas e del petrolio.
Inoltre, ci saranno maggiori controlli sul territorio per rilevare possibili manovre speculative, nuovi accertamenti per far luce sulle ragioni del rialzo dei prezzi e massima attenzione per evitare che i rincari possano alimentare condotte evasive o speculative assieme a aumento delle pene per chi compie manovre speculative.
Migliaia di interventi sulla benzina
Sono questi i punti principali dell’azione della Gdf per contrastare gli effetti della guerra in Ucraina sui prodotti energetici, come ha illustrato il comandante generale della Gfd, Giuseppe Zafarana, al Senato. ll settore dei prodotti energetici “è fortemente esposto a fenomeni di evasione dell’Iva e delle accise, che oltre a danneggiare il gettito erariale producono effetti distorsivi della concorrenza”, ha affermato il comandante, elencando i 2.338 interventi nell’ultimo biennio nel settore dei carburanti che hanno portato alla denuncia di 1.699 soggetti di cui 90 arrestati, al sequestro di 7.700 tonnellate di prodotto e all’accertamento di frodi per 250mila tonnellate.
Cosa succede con la guerra
Lo scoppio della guerra in Ucraina ha fatto emergere “un ulteriore fenomeno: il rincaro dei prodotti energetici”, sottolinea Zafarana, che a sua volta si interseca con le frodi fiscali già esistenti. Così, da un lato si assiste all’importazione del prodotto in evasione di Iva e accise e dall’altro all’immissione in consumo dei prodotti a prezzi elevati. La Gdf vuole sdradicare questo sistema con l’aiuto di magistratura, organi istituzionali, autorità indipendenti e soggetti pubblici cui spettano funzioni di garanzia, regolazione e controllo. Già da alcuni giorni, su indicazione delle procure, sono in corso una serie di accertamenti “volti a far luce sulle ragioni del recente aumento del prezzo del gas, dell’energia elettrica e dei carburanti”.
Cosa dice il codice penale
Due articoli del codice penale, il 501 e il 501 bis, trattano del “rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio” e puniscono le manovre speculative sulle merci. Ma si tratta di fattispecie, spiega ancora Zafarana, molto ampie e per questo di “rara e difficile applicazione”. Senza contare che per contestarli è necessario “sussista un concreto rischio di rarefazione o di rincaro di determinati beni” e che il “il rincaro o la rarefazione assumano forme, per intensità e durata, di assoluta eccezionalità”.
Per questi motivi, la Gdf ipotizza due diversi interventi: una “riflessione” sulle attuali norme, con l’obiettivo di renderle idonee a tutelare l’economia e i consumatori in momenti come quello attuale, e un aumento delle pene, che al momento stabiliscono un massimo di tre anni di reclusione, in modo che si possano utilizzare strumenti più complessi ed efficaci per trovare le prove delle manovre speculative.
Con l’ultimo decreto, infine, è stata inoltre approvata la possibilità che il Garante possa avvalersi della Gdf per monitorare l’andamento dei prezzi di benzina, gas e energia. In quest’ottica, i finanzieri avranno accesso diretto “in forma massiva” ai dati delle giacenze, i comunicati digli esercenti sui depositi commerciali e gli impianti di distribuzione stradale oltre alle informazioni contenute nel documento sulle accise.