I sottoscritti Buompane, Villani, Manzo, Nappi, Adelizzi, Bruno chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, per sapere – premesso che:
secondo le statistiche più recenti del Ministero della giustizia, in Italia i detenuti sono 61.230, a fronte di una capienza regolamentare delle carceri pari a 50.931 posti;
in altre parole, dove dovrebbero stare 100 persone, lo Stato italiano ne ha confinate 120, con ampie differenze tra le regioni; gli istituti penitenziari della regione Campania soffrono di un grave ed endemico problema di sovraffollamento. Secondo l’ultima relazione del garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello, a fronte di una capienza regolamentare di 6.156 persone, nelle quindici carceri della Campania si registrano 6.329 reclusi, di cui 2.349 inattesa di giudizio. Rispetto al 2019, nel 2020 le presenze in carcere si sono ridotte di appena il 15 per cento;
in Campania, nel 22 per cento dei casi, i detenuti vivono rinchiusi in celle che non hanno le docce, nel 37 per cento senza bidet in cella, nel 16 per cento addirittura senza l’acqua calda. Nel 69 per cento dei casi gli istituti penitenziari hanno fatto ricorso alla cosiddetta «sorveglianza dinamica» che consente ai detenuti di trascorrere la maggior parte della giornata al di fuori degli stretti spazi della cella, ma non basta per rendere il carcere più vivibile; nella casa circondariale di Poggioreale le condizioni detentive appaiono critiche arrivando a ospitare in una singola camera detentiva anche 14 reclusi;
quello di Poggioreale e anche il carcere con il maggior numero di detenuti (35 per cento) seguito da quello di Secondigliano (19 per cento) e di Santa Maria Capua Vetere (14 per cento); questi istituti rappresentano le realtà in cui il livello di sovraffollamento è una grande criticità e in cui l’insufficienza di attività trattamentali rende più difficile la realizzazione di una prospettiva di recupero e di reinserimento sociale; per ovviare a tale problematicità, nel 2018, è stato quindi disposta la costruzione nel comune di Nola (NA) di un nuovo centro di detenzione, di moderna concezione;
l’istituto penitenziario, ispirato al modello scandinavo di Halden, ad Oslo, porta diverse innovazioni in tale settore, quali l’assenza di sbarre alle finestre, la presenza di celle singole, campi sportivi e l’utilizzo nella sua costruzione di materiali riciclabili; nel progetto è forte la consapevolezza che il percorso di rieducazione e reinserimento nella società civile del detenuto passi anche attraverso l’umanizzazione dell’ambiente e la flessibilità degli spazi, che devono essere riconfigurabili in funzione di possibili scenari di sviluppo futuri;
la struttura ospiterà fino a 1.200 detenuti, con 95 mila metri quadrati di spazio a loro disposizione; i fondi destinati per tale opera, in base alle notizie note agli interpellanti ammontano a euro 116.894.894,00; è noto che l’area per la costruzione è stata individuata già da tre anni in località Boscofangone;
tuttavia, i lavori di realizzazione del penitenziario, programmati entro le annualità 2015-2020, risultano ad oggi allo stato di fermo. Alla data odierna, infatti, l’avanzamento dell’opera presenta diverse criticità in termini progettuali ed esecutive; a settembre 2020 è avvenuta l’aggiudicazione della fase progettuale;
a tutto ciò premesso, si aggiunge che la pandemia da Coronavirus ha ulteriormente aggravato la situazione all’interno degli istituti detentivi campani, imponendo la sospensione di tutte le attività di formazione e lavoro, costringendo i detenuti nelle celle, peggiorando sensibilmente la qualità della vita, nonché facendo registrare un alto numero di contagi e decessi, sia tra la popolazione carceraria che tra le forze di polizia;
il livello di sovraffollamento, che è bene sottolineare come non danneggi solo chi è recluso nelle strutture, ma anche la stessa polizia penitenziaria e i funzionari amministrativi, ha ormai raggiunto un grado di criticità tale da rendere sempre più difficile la realizzazione di una prospettiva di recupero e di reinserimento sociale, che sono cardini fondamentali nella attuazione del principio costituzionale della funzione rieducativa della pena, che deve sempre essere assicurato in ogni struttura e per ogni detenuto;
appare quindi necessario che, al fine di rispondere alle esigenze sorte dalla pandemia e per assicurare i diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini in stato detentivo, la nuova struttura penitenziaria sia resa disponibile nel più breve tempo possibile –:
se e quali iniziative, per quanto di competenza, i Ministri interpellati intendano porre in essere ai fini della celere realizzazione dell’opera e dell’attivazione del carcere di Nola.
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